Bruxelles – Il Parlamento europeo deve avere la possibilità di proporre le leggi. Il ragionamento sul futuro dell’Ue impone una riflessione di ampio respiro sul funzionamento dell’Unione, e il principio dell’esclusività dell’iniziativa legislativa della Commissione Ue può e deve rientrare in questo ragionamento. Lo pretende il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, forte anche dei risultati che Eurobarometro mostra. Si chiedono sempre più maggiori attribuzioni per l’istituzione comunitaria oggi presieduta da Tajani, che su questo ha idee chiare. “Vogliamo che il Parlamento europeo abbia potere di iniziativa legislativa”, come avviene per ogni istituzione con questo nome. Non si tratta, secondo Tajani, di togliere i poteri attualmente concentrati nelle mani dell’esecutivo comunitario, ma di trasferirne una parte al Parlamento. Si tratta di “non avere più il monopolio della Commissione sull’iniziativa legislativa”.
Serve la modifica dei trattati dell’Unione europea per introdurre un cambiamento come quello sostenuto da Tajani, e dunque il processo rischia di essere né immediato né scontato. Però “c’è un dibattito sul futuro dell’Unione”, ricorda il presidente del Parlamento europeo, e questo dibattito presto o tardi dovrà portare a una riscrittura dei trattati. C’è dunque lo spiraglio per dare nuovi poteri al Parlamento, e si sta lavorando in questo senso.
Per il futuro dell’Ue si fa poi sempre più strada l’idea di procedere con maggior frequenza attraverso il meccanismo di ‘cooperazione rafforzata’, che prevede la possibilità di adottare misure e provvedimenti non a 28 ma in numero minore, con gli Stati membri non partecipanti che possono decidere di aderire in un secondo momento. Un’idea che non dispiace a Tajani, il quale però avverte: “Se pensiamo ad un’Europa a due velocità occorre un gruppo di testa che tiri il gruppo, non che vada in fuga”. Fuor di metafora ciclistica, vuol dire che i Paesi più ‘volenterosi’ non devono lasciare indietro gli altri. In tal senso Tajani invita il governo italiano ad assumersi questa responsabilità. “L’Italia non può non essere un questo gruppo di traino”.