Un monarca, in sé, rappresenta qualcosa che non condivido. Da ogni punto vista. Sono anche sbagliati nelle favole per i bambini tutti questi principi e duchesse, che sono (quasi) sempre i buoni, che sono esempio di generosità e rettitudine morale, come se un borghese non potesse rappresentare alti valori.
Dunque da Felipe VI di Spagna non mi aspettavo nulla di speciale. Suo padre Juan Carlos in un paio di occasioni fondamentali per la storia spagnola seppe comportarsi da statista, cosa talmente rara che ancora se ne parla. Non per questo il figlio deve essere necessariamente alla sua altezza in un momento critico. Però quella bassezza mi ha sorpreso. Un capo di Stato democratico (cosa che è sempre difficile far aderire perfettamente a uno che fa il re) lavora a tenere unito il suo Paese, non ad alimentare tensioni. Mi aspettavo che Felipe dicesse che la Spagna forte e unita è la più alta ambizione sua e del suo popolo, ma anche che ci sono mille modi diversi di stare insieme e che invitasse le parti in causa a trovare la via del dialogo.
Non lo ha fatto, ha esacerbato gli animi, ed ha dimostrato che un re tende a difendere gli interessi della corona prima di quelli dei suoi concittadini (che lui chiama sudditi). Poi non sempre è capace di farlo.