Bruxelles – Il parlamento della catalogna dichiarerà l’indipendenza lunedì prossimo. Lo rivela una fonte del governo regionale catalano riportata dai media spagnoli. La notizia non è stata confermata in serata dallo stesso Carles Puigdemont. Il presidente dell’esecutivo catalano ha però annunciato: “Realizzeremo il nostro sogno”. Lo ha detto in un messaggio televisivo in cui ha assicurato che “il mio governo sarà sempre a favore della pace ma saremo risoluti”, sottolineando che oggi “occorre una mediazione”. “Abbiamo avuto il referendum nonostante tante difficoltà, nonostante le azioni della polizia. Nei prossimi giorni sono sicuro che vedremo il lato migliore quando le autorità catalane attueranno i risultati del referendum. Speriamo che non ci saranno provocazioni e violenza, vorremo starne alla larga. Manterremo la dignità e realizzeremo il nostro sogno”, ha affermato. Ma l’invito al dialogo è stato rispedito al mittente da Madrid. “Se il signor Puigdemont vuole parlare o negoziare, o vuole mandare mediatore, sa perfettamente cosa deve fare prima: tornare alla legge”, ha affermato premier spagnolo Mariano Rajoy in una nota.
Secondo la legge di transitorietà, approvata dal parlamento a settembre per convocare il referendum, la secessione doveva già essere stata proclamata ma Puigdemont ha spiegato in un’intervista alla BBC che stanno finendo di contare i voti dei cittadini residenti all’estero. Poi, ha promesso, “ci attiveremo”. Puigdemont, parlando alla Die Welt, ha affermato di temere l’arresto come conseguenza dell’indipendenza.
Madrid ha reagito inviando l’esercito, “in appoggio logistico” alla Guardia civil. I convogli sono partiti da Saragozza e dovrebbero presto arrivare a Barcellona. Per quanto riguarda le misure per ostacolare l’indipendenza, il premier Mariano Rajoy sta pensano di sospendere, almeno temporaneamente, l’autonomia della regione. Per ora, il governo centrale esclude sia la mediazione internazionale, sia il dialogo con chi “non rispetta le leggi” auspicato dal Parlamento europeo riunito in plenaria a Strasburgo.
Nel frattempo, l’indice finanziario spagnolo di riferimento Ibex è sceso sotto i 10.000 punti per la prima volta dal 2015 dopo che molte azioni sono andate in fumo. “Le banche catalane sono banche spagnole e le banche europee sono solide. I nostri clienti non hanno nulla da temere”, ha detto il ministro dell’economia del Paese Luis de Guindos tentando di rassicurare gli investitori. Meno ottimisti gli analisti dell’ING che, in un’intervista al Financial Times, avevano preannunciato gli effetti economici della crisi catalana.