Sessanta imprese innovative, 20 laboratori e sei istituti di ricerca. Il NOI Techpark di Bolzano si presenta con questi numeri al taglio del nastro inaugurale previsto il 20 ottobre. La nuova struttura si sviluppa su 190 mila metri cubi, pronti a diventare 750mila, grazie a un investimento di 100 milioni di euro con cui la Provincia ha deciso di recuperare il complesso industriale della Alumix e trasformarlo in una piattaforma a disposizione delle imprese innovative italiane con interessi crescenti verso l’Europa centrale.
Sono 40 le startup già insediate e 20 le imprese innovative che hanno prenotato lo spazio. Tutte entreranno nel nuovo quartiere entro il 2018. Tra queste anche la divisione infrastrutture Ict di Huawei, colosso cinese dell’Ict, costruirà un polo innovativo per le attività di ricerca e sviluppo nei settori green, alpine, food, automation e welfare. Così come Maccaferri che dal 2014 ha insediato a Bolzano il proprio Innovation Center per i nuovi sistemi di contenimento di frane e valanghe. Un esempio di tecnologia alpina che si integra perfettamente in un territorio che dalla coabitazione con la montagna ha ricavato forza per il proprio sviluppo. Grazie anche al turismo e alle sue infrastrutture – Leitner, leader mondiale nella produzione di impianti di risalita, anch’essa al NOI Techpark – e alle specialità gastronomiche rappresentate nel Techpark da Senfter, marchio dello speck che fa capo al gruppo Grandi Salumifici Italiani di Modena.
Tra le altre aziende Insiel Mercato di Trieste, che nel parco tecnologico accelererà la produzione di software per il settore sanitario e la pubblica amministrazione; Kwb Italia che svilupperà al NOI soluzioni di domotica e impianti di riscaldamento a biomassa; MavTech (Micro Aerial Vehicles Technology), spin off del Politecnico di Torino che produce droni a guida remota e autonomi.
Non solo gli imprenditori si avvarranno dei servizi offerti dai ricercatori al NOI Techpark, ma anche l’Agenzia CasaClima che potrà sfruttare al meglio le sinergie e rafforzare la collaborazione di ricerca nell’ambito dell’efficienza energetica sia con l’Università che con l’Eurac Research, come la disponibilità di laboratori e altri ricercatori sarà un valore aggiunto per le attività del Fraunhofer Italia, sede italiana dell’istituto specializza in Industria 4.0.
La particolarità del NOI, il cui acronimo richiama la prima persona plurale e significa “Nature of Innovation”, è infatti quella di tenere uniti, in un parco tecnologico pienamente integrato nel tessuto urbano e nella vita sociale della città di Bolzano, centri di ricerca pubblici, imprese innovative e laboratori di ricerca applicata. L’innovazione sarà studiata e sperimentata all’interno degli oltre 20 laboratori a disposizione di imprese e istituti di ricerca.
“I laboratori del parco tecnologico saranno il punto d’incontro tra sapere ed esigenze del mercato: la volontà delle aziende di innovare per restare competitive sul mercato troverà una rete di competenze ancora più reattiva e trasversale rispetto a quanto succede già ora”, spiega Arno Kompatscher, presidente della Provincia Autonoma di Bolzano. Il nuovo parco tecnologico riunisce in un unico edificio tutto l’ecosistema della ricerca altoatesino: Eurac Research, Libera Università di Bolzano, Centro di Sperimentazione agroforestale Laimburg, Eco Reasearch, Fraunhofer Italia e Agenzia per l’Energia Alto Adige – CasaClima.
Alcuni dei laboratori ospitati all’interno del Techpark prenderanno spunto dal territorio che li circonda. Così, ad esempio, Eurac Research costruirà entro la fine del 2018 un simulatore in grado di ricreare le condizioni climatiche più estreme presenti in alta quota e in natura: saranno riprodotti pressione, temperatura, vento e altre caratteristiche presenti sulla terra fino a novemila metri d’altitudine. Un laboratorio che potrà servire a testare la resistenza di materiali tecnici, ma sarà utile a più settori, come quello dell’automotive. Accanto a questo anche i laboratori, sempre di Eurac, che mettono a valore una delle eccellenze della ricerca altoatesina: la conoscenza nella conservazione delle mummie, conseguenza del lavoro, fatto negli ultimi 25 anni su Ötzi, l’uomo del Similaun rinvenuto nel 1992.
Infine, il pieno coinvolgimento dell’Università di Bolzano per supportare le aziende chiude il cerchio studio-ricerca-innovazione-lavoro. L’ateneo bolzanino metterà a disposizione dieci team di ricercatori che si concentreranno su data science, design, family business, tecnologie alimentari, efficienza e produzione energetica, automazione e innovazione agroforestale. Tra le attività dei laboratori rientreranno, ad esempio, ricerche per migliorare l’assetto in sicurezza dei trattori impiegati nell’agricoltura di montagna o quelle sugli involucri nell’edilizia o, ancora, l’utilizzo di impianti pilota per sviluppare nuovi prodotti alimentari.