Bruxelles – È in atto un cambiamento di paradigma nella lotta alla Xylella fastidiosa, il batterio ritenuto responsabile del disseccamento degli ulivi in Puglia: non più la logica – fallimentare – dell’eradicazione, ma l’accettazione della presenza della batterio come malattia endemica, con cui bisogna convivere, ma applicando delle cure che permettano di ridurre notevolmente, se non neutralizzare, la virulenza dell’agente patogeno, consentendo alle piante di difendersi meglio.
Ne ha parlato ieri, di passaggio a Bruxelles, il governatore della Puglia Michele Emiliano, incontrando alcuni giornalisti, con i quali si è mostrato ottimista sulla possibilità che l’Europa capisca come, in questa situazione che evolve rapidamente, non abbia più senso esigere l’abbattimento degli ulivi, e in particolare di quelli monumentali, quando vengono trovati nuovi focolai fuori dalla “zona infetta”. Gli ulivi vanno invece “isolati”, con le reti anti-insetto, e curati.
Emiliano è apparso soddisfatto delle decisioni ormai acquisite nel comitato Ue che si occupa della Xyella (il comitato veterinario e fitosanitario Paff), dopo la riunione del 22 settembre: il diritto di reimpianto nella “zona infetta” di piante potenzialmente ospiti della Xylella, e in paticolare degli ulivi, possibilmente con varietà tolleranti al batterio; la fine, per i vivaisti salentini, del divieto di movimentare alcune varietà di vite dimostratesi immuni al ceppo pugliese della Xylella. E infine, molto importante, la deroga dall’obbligo di “espianto preventivo” per gli ulivi sani che si trovano nel raggio di 100 metri attorno a una pianta infetta, negli eventuali nuovi focolai nella “fascia cuscinetto” o nella zona indenne, a condizione che si tratti di ulivi registrati come “monumentali” e che siano “isolati fisicamente” (attraverso alte muraglie di reti anti-insetto), in modo da proteggerli dal contagio.
“Senza polemiche: se siamo arrivati a questo punto è merito del lavoro molto importante, con i monitoraggi a tappeto, che ha fatto la Regione Puglia, quando ha cominciato a gestire con mezzi ordinari l’emergenza, dopo la gestione straordinaria del commissario Giuseppe Silletti”, ha sottolineato il governatore.
La giunta Emiliano, entrata in campo nei primi mesi del 2016, ha organizzato una grande opera di ricognizione sistematica e capillare del territorio, con 170.000 ettari interessati, dall’Adriatico allo Ionio, 190.000 rilevazioni in campo e 155.000 campioni vegetali prelevati e analizzati in laboratorio, nel periodo da settembre a febbraio 2017. E oggi le ispezioni continuano al ritmo di oltre 2000 ispezioni portate avanti da 200 unità ogni giorno.
Ma mostrando all’Europa che la Puglia sta facendo quello che deve fare, non ci sono più ritardi e omissioni, si riuscirà a salvare almeno gli ulivi monumentali, in caso di nuovi focolai nella “zona indenne”, isolandoli con le reti?
“Tagliare alberi che hanno 50-60 anni – è la risposta di Emiliano – è un dolore grandissimo, ma non irrimediabile; ma quando si tratta di ulivi che hanno 700, 1.000 anni è una catastrofe irrimediabile, paesaggistica, storica, sentimentale.
E siamo riusciti a spiegarlo all’Ue. Quando il commissario Ue alla Salute e Sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis e il suo direttore è venuto in Puglia – ha ricordato il governatore -, lui e i suoi funzionari si sono resi conto che queste non sono piante come le altre, non sono vigneti, o ciliegi o mandorli. Sono molto di più, hanno un valore simbolico, storico molto più alto”.
“Tagliare questi ulivi è un dramma, anche perché – ha aggiunto Emliano – la ricerca finanziata dalla Regione sta cominciando a dare i primi risultati. Non sta a me dirlo, ma ci sono scienziati che presenteranno presto studi su metodi che sono riusciti a individuare metodi non complessi per abbattere la carica batterica degli alberi affetti da Xylella. Questo significa che possiamo mantenere produttiva la pianta, non farla morire e renderla non particolarmente infettiva. Quando ci saremo intesi su questo con l’Ue, se la Commissione europea accetterà un piano per individuare le modalità per curare la malattia, dimostrerà che non è fatta di burocrati sordi e ciechi”.
“Ci vuole prudenza – ha insistito il governatore -, quando si parla di tagliare gli alberi monumentali. Gli ulivi hanno una resistenza incredibile, cacciano continuamente nuovi polloni. Se riusciamo ad abbattere la carica batterica non ha senso abbatterli. Possiamo capitozzare (potare drasticamente, ndr) gli alberi che si vorrebbero abbattere, e isolarli con le reti anti insetto, Poi, con il diritto di reimpianto, la cura e la possibilità di fare innesti di varietà resistenti alla Xylella possiamo salvare gli ulivi monumentali. Questa è la soluzione giusta”.
“Dobbiamo trattare la Xylella – ha sottolineato Emiliano – come una malattia endemica, come tante altre con cui conviviamo nella nostra agricoltura. In certi casi, quando ci sono nuovo focolai dove è prescritta l’eradicazione, fuori dalla zona infetta, potremmo rimuovere gli ulivi malati e ripiantarli nella zona infetta, dove non c’è l’obbligo di espianto. Ma questa per ora è ancora un’ipotesi, non se ne è ancora discusso con l’Ue”.
“Tagliare e distruggere gli ulivi monumentali proprio ora, con i progressi che sta facendo la ricerca per trovare la cura, sarebbe un po’ – ha concluso Emiliano – come quando le guardie dei campi di concentramento nazisti uccidevano i prigionieri poco prima dell’arrivo delle truppe alleate”.
Lorenzo Consoli per AskaNews