Bruxelles – Italia prima in Europa per imprese e addetti nel settore legno e arredamenti e Italia che si impegna, in Europa, per sostenere e proteggere il settore. FederlegnoArredo è a Bruxelles, oggi, per presentare al Parlamento europeo il Rapporto sull’attività 2016.
In termini di mercato, ha spiegato il presidente di FederlegnoArredo, Emanuele Orsini, “il settore rappresenta a livello europeo 209 miliardi di cui 91,5 sono di arredamento e i restanti 111 sono invece di legno”. E l’Italia, in Europa, si classifica seconda, dietro alla Germania, rappresentando il “15% del mercato europeo corrispondente a 33 miliardi”. Il nostro Paese è primo in Ue per numero di imprese e dipendenti, e ad essere positivi sono anche i dati relativi a import e export. La filiera legno-arredo italiana ha un’elevata apertura ai mercati esteri e al commercio internazionale, con i dati citati da Orsini che parlano di un “saldo positivo che genera valore economico per il paese”. Nel 2016, di fatto, le esportazioni italiane nel settore sono arrivate a oltre 15,3 miliardi di euro con Francia e Germania come primi mercati di sbocco, contro 8 miliardi e mezzo di euro di importazioni.
Vista la rilevanza del settore per l’economia e la crescita del nostro Paese, FederlegnoArredo considera sempre più fondamentale mantenere un forte impegno in sede europea, anche sulla base del fatto che i temi di interesse per la filiera che sono attualmente in discussione a Bruxelles “sono tanti, variegati e complessi”, ha affermato Orsini.
Una delle priorità per il settore, che sostiene positivamente gli accordi di libero scambio con Canada e Giappone, nonché l’apertura di fronti negoziali in America Latina, è quella di un ulteriore rafforzamento della politica commerciale europea. Se le aziende italiane, come dimostrato dalle cifre, sono già forti sui mercati esteri, “molte sono ancora le barriere da rimuovere per potenziare al massimo gli scambi, come nel caso della Cina”. Paese, quest’ultimo, che preoccupa anche sul fronte del dumping: “Abbiamo l’esigenza di tutelare i nostri prodotti europei se non vogliamo essere colonizzati dalla Cina”, ha ribadito Orsini.
Oltre a ciò, come sottolineato dal presidente della European panel federation Paolo Fantoni, risulta necessario rafforzare l’industria armonizzando il più possibile i requisiti per la vendita dei prodotti sul mercato interno dell’Ue. “Norme discordanti tra Paese e Paese impongono costi e oneri burocratici aggiuntivi, oltre ad impedire, in alcuni casi, una tutela del consumatore non uniforme”, ha spiegato Fantoni, parlando anche delle emissioni di formaldeide: sostanza inserita nell’elenco di quelle cancerogene per la specie umana dall’Associazione internazionale per la ricerca sul cancro.
“Ad oggi – ha specificato Fantoni – diversi Stati membri dell’Ue applicano requisiti diversi per le emissioni di formaldeide dei pannelli di legno e un’adeguamento comune allo standard E1 consentirebbe di porre fine a un’asimmetria pericolosa per il consumatore e per il mercato, bloccando anche le importazioni extra-Ue di pannelli di qualità e sicurezza inferiori”.
Altri punti su cui insistere sono quello dell’economia circolare, “ambito in cui l’industria italiana si sta già dimostrando altamente responsabile”, la trasformazione digitale dell’industria, attraverso finanziamenti e programmi di formazione adeguati, e un maggiore sostegno dell’Ue nell’ambito di fiere e esposizioni. “Essendo l’Italia il secondo paese al mondo per il volume di esportazioni di mobili – ha affermato Sebastiano Cerullo, direttore generale di FederlegnoArredo – è di cruciale importanza, per noi, essere presenti nelle fiere all’estero”. Tuttavia, ha sottolineato più volte Orsini, “iniziative come il Salone del mobile non possono, da sole, arrivare sino a Mosca o Shanghai” e proprio per questo “serve maggiore impegno e azione da parte Europea”.