Da Bruxelles il ministro per gli Affari europei smentisce le stime secondo cui salirà al 3,2%: “Abbiamo altri dati”. Sulla procedura d’infrazione per l’Ilva: “E’ priorità del governo”
Terremo conto della valutazione ma “non sono questi i dati che abbiamo”. Il governo prova a rassicurare ancora, dopo l’allarme del Fondo Monetario Internazionale che ieri ha gettato ulteriori dubbi sulla possibilità che il Paese riesca a rimanere sotto il fatidico tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil. In particolare tocca al ministro per gli Affari Europei, Enzo Moavero Milanesi tentare di smentire le stime dell’Fmi secondo cui il rapporto, a fine anno, salirà al 3,2%. “La stima che ha fatto il ministero dell’economia e che è stata vista al consiglio dei ministri di venerdì scorso è del 3,1%”, assicura dopo un incontro con gli eurodeputati italiani. Una percentuale che sarebbe già sufficiente per ricascare nella procedura di infrazione per disavanzo eccessivo appena chiusa. Ma “l’impegno del Governo è di rispettare il tetto” e “in questi giorni oltre che in queste settimane stiamo lavorando” per questo.
Poco da fare c’è invece per la procedura di infrazione per l’Ilva di Taranto, che come annunciato dovrebbe essere ufficializzata domani mattina. “La Commissione ha proceduto in tempi molto rapidi nella sua istruttoria” sottolinea Moavero, assicurando che “la questione ha l’attenzione prioritaria del governo” che leggerà le contestazioni e naturalmente risponderà. Nella conta della infrazioni per il nostro Paese, tiene però a sottolineare il ministro, “sono più quelle che si chiudono che quelle che si aprono”.
Moavero non si sottrae nemmeno alle domande su un’altra azienda italiana che potrebbe finire in mani estere: la Ansaldo Energia, che potrebbe essere venduta da Finmeccanica alla coreana Doosan. “Finmeccanica è una società con un suo grado di autonomia e farà le sue valutazioni industriali”, spiega il ministro. “Bisogna vedere la misura in cui vanno avanti le trattative” ma “quando si tratta di società contendibili, compravendite delle stesse aziende sono possibili”.
Letizia Pascale