Migrazioni.Il viaggio in poesia di Eunews ripropone oggi un componimento del poeta turco Yunus Emre. Il sufi, vissuto tra il 1240 e il 1321, è conosciuto come il letterato che ha utilizzato meglio il turco dell’Anatolia e anche per questo continua ad essere un punto di riferimento per gli artisti della penisola, un po’ come Dante per gli italiani. In questi versetti, Emre invita il suo lettore ad andare e vedere quali sono i segni dell’amore: un sentimento che lo lacera e lo intristisce quando si sveglia perché dal paese dell’Amato è stato cacciato.
YUNUS EMRE
Me ne vado, bruciando bruciando
Me ne vado, bruciando bruciando
Per amore tutto coloro di sangue
Saggio non sono né folle
Vieni, guarda i segni dell’amore
A volte come vento soffio
A volte come strada impolvero
A volte come torrente scorro
Vieni, guarda i segni dell’amore
[…]
Da paese in paese vago
Da una lingua all’altra celebro il Maestro
In questo esilio chi conosce il mio stato?
Vieni, guarda i segni dell’amore
Come Magnun errando vado,
In sogno la persona amata vedo
Triste divento quando mi desto
Vieni, guarda i segni dell’amore
Io sono il povero Yunus, lo sfortunato
Da capo a piedi sono lacerato
Dal Paese dell’Amato sono scacciato,
Vieni guarda i segni dell’amore.