Roma – “L’unica incognita resiudua dell’esito del voto tedesco” di domenica prossima “sembra essere il colore della coalizione”. Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri, si fida dei sondaggi che arrivano dalla Germania, e mentre ci accomodiamo sul divanetto per un’intervista, fa la previsione che “Merkel otterrà la maggioranza relativa. Non riuscirà a formare un governo da sola, ma sarà nelle condizioni di scegliere un alleato”. A quel punto, per il nostro Paese conterà poco il tipo di coalizione che si formerà, sostiene.
Sottosegretario, non pensa che, per l’Italia, una Germania guidata da una maggioranza senza i socialisti sarebbe un interlocutore più ostico?
Io credo che il destino dell’Italia lo abbiano in mano gli italiani. E anche quello che cambierà o meno nelle politiche europee, non dipenderà dalla maggiore o minore benevolenza di una o dell’altra coalizione in Germania, ma da quello che l’Italia farà in questa fine di legislatura e nella prossima. Dipenderà da come si deciderà di stare in Europa. Non possiamo pensare che l’Europa sia un’entità terza, che ci concede o no qualcosa. L’Europa è il campo di gioco per il futuro migliore dell’Italia. Non fanno l’interesse dell’Italia coloro che invece considerano l’Europa un capro espiatorio o un avversario. Quando il premier in pectore dei 5 stelle dice “non faremo il referendum per l’uscita dall’euro se ci danno quello che chiediamo”, o sa poco o non capisce nulla. Perché è l’atteggiamento negoziale peggiore, quello del ‘ricatto’. L’esperienza della Brexit è chiarissima.
A proposito di Brexit, ha pesato l’atteggiamento duro di Juncker verso il Regno unito sulla frenata delle forze euroscettiche in Europa?
Hanno pesato le scelte degli elettori. La Brexit ha influito, a partire dalle elezioni in Austria, perché ha reso evidente che i demagoghi antieuropei erano venditori di illusioni e non avevano alcuna strategia su cosa fare dei propri paesi fuori dall’Europa. Nel momento in cui è iniziato il negoziato sulla Brexit, il re è diventato nudo e gli elettori europei hanno cominciato a capire che forse è meglio non scherzare con il fuoco dell’antieuropeismo.
Con Forza Europa, l’iniziativa politica che sta promuovendo insieme con Emma Bonino, volete invece alimentare la fiamma dell’europeismo convinto, al punto che sabato e domenica, a Milano, vi riunirete sotto lo slogan “Nell’euro per crescere”. La moneta unica vi va bene così?
Pensiamo che l’Italia debba rimanere nell’euro senza se e senza ma, non minacciando referendum come fa Grillo o inventandosi le doppie monete come Salvini e Berlusconi. Siamo convinti che stare nell’euro sia la condizione migliore per avere una crescita maggiore di quella attuale e che sia strutturale e duratura. Per fare questo bisogna tenere sotto controllo i conti pubblici, continuare a fare riforme per la competitività e schierarsi con l’Europa contro i protezionismi. Poi ci sono le politiche europee, e per stare ai tavoli dove si decidono bisogna prima fare una scelta di campo: o dentro o fuori. Noi diciamo Europa sì, anche così: mercato unico, Corte europea di giustizia, politiche commerciali, politica monetaria della Bce, maggiore integrazione delle politiche fiscali a partire dall’Area euro.
Quindi siete anche per il ministro delle Finanze europeo?
Certo, vogliamo partecipare a quella discussione. Su questo il governo italiano ha già una linea interpretata seriamente e bene dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Sul piano istituzionale pensiamo che l’Unione europea vada approfondita di più, che si debba discutere in una chiave più federalista e dando un ruolo maggiore al Parlamento europeo.
Nell’intervista che ci concesse a luglio lasciò aperto il capitolo del futuro di Forza Europa. Stavolta si può sbilanciare rivelandoci se sarà una delle forze in corsa alle prossime elezioni?
Da quando ci siamo lasciati devo dire – con i piedi super-saldi per terra – che l’interesse per questa iniziativa sta crescendo. Quindi, dovremo decidere presto che sbocco dare a questo interesse. Abbiamo la responsabilità di dare risposte non solo alle nostre aspirazioni ma a quelle di tantissimi che credono in questo progetto. Pensiamo che forza Europa possa e debba avere un ruolo nelle prossime elezioni. Nelle prossime settimane decideremo con quali modalità. Non è un’esperienza che riguarda i singoli, ma un’opzione politica che nessuno rappresenta come vogliamo rappresentarla noi.