Successe invece quel che sapete.
Un estraneo
alla politica
un certo
Silvio Berlusconi
scese in campo
sconfisse la gioiosa macchina da guerra
della sinistra
e in due mesi
portò
i moderati
al governo.
Ero io.
Ecco, in questi sette otto anni di blog e post sul web, credo di non avere mai scritto di questo signore. Anzi forse sì, una volta o due, ma solo qualche accenno, mai un intero post.
E non nascondo che uno dei motivi per cui sono andato via dall’Italia, è stato proprio per evitare di continuare a sfracellarmi gli zebedei ogni santo giorno con notizie importanti e non sulla sua persona.
Ciò premesso, oggi mi concedo un’eccezione.
Perché qui siamo di fronte ad un capolavoro.
Parlare in terza persona per poi concludere con “Ero io”, è stato un indiscutibile momento di teatralità assoluta.
Mi batterò perché il frame a 03:57, in cui questo signore con la faccia di tolla conclude conclude ammiccando con “Ero io”, indicando se stesso con la mano destra, entri nella storia del cinema italiano come uno dei momenti di massima espressione ed ilarità.
Fate questo esercizio:
Rileggete il passaggio sopra, e cercate di immaginare i nostri volti di sempre. Poco importa chi siano i vostri preferiti.
Immaginateli alla fine di questi pochi versi mentre concludono con faccia di tolla indicando se stessi con la mano destra e specificando, a scanso di equivoci, “Ero io”.
No ma davvero, fatelo, provateci!
Vi assicuro risultati sorprendenti.
Totò. Uno su tutti. Fiero, impettito, che guarda il suo pubblico furbescamente e conclude con gesto ampio della mano e una delle sue smorfie.
Ero io.
Forza, andate sopra a rileggere e pensate a Totò.
Funziona vero?
Ve lo avevo detto.
Ora provate con chi volete.
Il Conte Catellani, il megadirettore che gioca a biliardo con Fantozzi dicendo “Che vinca il migliore, cioè io”.
Bombolo.
Ero io, tks tsk!
Gianfranco D’Angelo.
Renato Pozzetto.
E via così.
E’ nata una stella.
Ru Catania