Migrazioni. Il viaggio in poesia di Eunews prosegue con una composizione delicata ma ricca di contrasti del più celebre poeta cinese Du Fu, della dinastia imperiale Tang. Il componimento presenta due strofe dal retrogusto differente: la prima contribuisce alla perfezione a creare le tensioni insite nell’animo del poeta mediante l’impiego di figure contrastanti attinte da immagini allegoriche estrinseche, quali la brezza e l’albero della barca vacillante, nonché le stelle sospese e la luna zampillante; la seconda strofa diviene maggiormente intima ed autoreferenziale, poiché il poeta, viaggiando nelle ore notturne, coglie l’occasione, dalla contemplazione di queste contrastanti immagini, per paragonarsi ad un “gabbiano solo, sopra una spiaggia” ed in balia del vento sferzante.
Tale poesia può essere considerata come una vera e propria dichiarazione di poetica da parte di Du Fu, la cui postera infuenza è stata favorita dalla sua abilità nel conciliare opposti apparenti, come avviene tra la prima e la seconda metà del componimento, dove il contrasto tra la potenza della natura e la delicatezza della notte viene risolto dal viaggio interiore che egli compie e che giunge alla contemplazione della sua disperazione e del suo disincanto.
“Vagando a notte, scrivo i miei sentimenti”
Du Fu
Poemi Tang, n. 113
Lieve l’erba, lieve il vento alla riva,
ma incerto vacilla l’albero della barca sola nella notte.
Stanno sospese le stelle nel vuoto infinito,
la luna zampilla sulla fiumana in corsa.
Il mio nome crebbe forse ai miei scritti?
Vecchio, infermo, privato d’ogni ufficio,
solo e sbattuto dal vento a chi somiglio?
Tra cielo e terra a un gabbiano solo, sopra una spiaggia.