Bruxelles – Euro, anti-dumping, controllo sugli investimenti e Brexit: queste alcune delle principali tematiche affrontate dalla presidente della Confederazione delle imprese europee, Emma Marcegaglia, in un incontro con la stampa a Bruxelles. “L’Europa è uno dei posti migliori in cui poter vivere, lavorare e far crescere le proprie imprese”, ha esordito Marcegaglia, affermando che: “L’Unione europea ha reso tutto questo possibile e la Confederazione delle imprese europee e tutti i suoi membri supportano il progetto Europeo in prima linea”.
Sul valore dell’euro, la presidente pensa che se non ci si allontana troppo dalle condizioni attuali, la situazione rimarrà gestibile perché sì, “l’Europa è un grande esportatore e una moneta forte può incidere negativamente su questo”, tuttavia, ha spiegato: “Avere una moneta forte significa anche più investimenti in ricerca e sviluppo per esempio”. Le imprese, a detta di Marcegaglia, sono ormai abituate al valore attuale dell’euro e la cosa importante è che questo non salga in modo eccessivo: “Ciò potrebbe davvero avere dei risvolti negativi”.
Altro tema caldo per le imprese europee, è quello del controllo sugli investimenti provenienti dall’estero. Una questione su cui in particolare Roma Berlino e Parigi stanno esercitando pressioni a Bruxelles e su cui è attesa una reazione da parte del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, in occasione del discorso sullo stato dell’Unione che terrà il prossimo 13 settembre a Strasburgo. “Visto il momento storico in cui ci troviamo”, ha dichiarato Marcegaglia, “è giusto parlare di controlli sugli investimenti in relazione ad alcuni settori strategici e importanti per la sicurezza nazionale”. Tuttavia, ciò che richiede l’industria europea è il rispetto delle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio e un limite ai controlli, al fine di tutelare la capacità di attrarre investimenti. “L’Europa ha bisogno di attrarre investimenti e deve mantenere la sua capacità di essere un’area aperta se vuole creare più occupazione”, ha affermato Marcegaglia, ricordando che “già molti paesi in Europa prevedono speciali misure di controllo” e ribadendo l’utilità dei controlli soprattutto sugli investimenti provenienti dalla Cina. Paese che preoccupa le l’Europa anche in termini di competizione scorretta e che si trova al centro delle discussioni in corso a Bruxelles proprio sulla riforma degli strumenti anti-dumping dell’Ue.
Il testo della riforma, pensata innanzitutto per proteggere le imprese europee dall’aggressività di quelle cinesi, “sembra creare qualche problema in più, rispetto alla situazione precedente, alle imprese che chiedono difesa commerciale”, ha dichiarato la presidente. “Il rischio – ha spiegato – è quello di creare un eccessivo carico di onere della prova le imprese che si trovano ad essere vittime di una competizione non corretta”.
Su Brexit, invece, gli interessi delle industrie europee sono quelli di rimanere “il più vicini possibile” al Regno, preservando la libertà di movimento di persone, beni e capitali, e realizzare una “exit in modo ordinato”. Sui round negoziali già chiusi da Londra e Bruxelles, Marcegaglia ha criticato i “troppi pochi risultati raggiunti”, supportando l’idea che “soltanto dopo aver realizzato i progressi necessari, sarà possibile iniziare a parlare delle relazioni future”. “Il Regno Unito è una grande economia – ha concluso la presidente – ci sono molti rapporti tra le imprese europee e le aziende britanniche e l’incertezza politica non aiuta”.