Bruxelles – La Gran Bretagna non è in condizione di negoziare gli accordi commerciali che vorrebbe stabilire dopo la Brexit. Lo ha ammesso il ministro per il Commercio estero Liam Fox in un’intervista concessa a Politico, nella quale si confermano le analisi che sin dalla campagna elettorale sulla Brexit avevano ammonito sulla difficoltà di ricreare una rete di scambi commerciali efficiente.
Come scrisse anche Eunews alla Gran Bretagna mancano personale e professionalità in questo campo, dopo tanti anni, 40, nei quali questo tipo di accordi erano stati delegati a Bruxelles. “Ci sono un certo numero di paesi che hanno dichiarato di voler passare direttamente ad un nuovo accordo di libero scambio – ha spiegato Fox – ma abbiamo detto che semplicemente non siamo in grado di farlo al momento”. Il ministro ha spiegato che ogni accordo dipende “dalla volontà del Paese coinvolto” e “dalle capacità nel nostro dipartimento”.
Altri esponenti del governo hanno spiegato al Guardian che non essendoci “ha la capacità di rinegoziare decine di accordi commerciali già esistenti tra l’Ue e i Paesi terzi”, a Londra si sta ipotizzando di elaborare “accordi fotocopia” di quelli che già esistono. Un primo esempio, molto ambizioso, è l’intesa raggiunta dalla premier Theresa May con il collega giapponese Shinzo Abe per lavorare verso un accordo di partenariato economico (Epa) come “priorità immediata”, subito dopo la Brexit. Prima infatti, finché il regno è membro dell’Unione, non può negoziare autonomi accordi commerciali.
Nel governo si guarda a questa ipotesi di “copia-incolla” in quanto appunto mancano le risorse per rinegoziare, contemporaneamente, almeno 40 accordi commerciali. “Non possiamo fare 40 accordi, non abbiamo la capacità di farlo”, insistono le fonti governative.
Un’altra promessa dei sostenitori della Brexit che, a quanto pare, non verrà onorata, come si sono affrettati a commentare i parlamentari dell’opposizione.