Bruxelles – Cambio di linea del partito laburista britannico che si schiera a favore della permanenza del Paese all’interno del mercato unico europeo anche dopo il Marzo 2019, data in cui è prevista l’uscita definitiva del Regno Unito dall’Ue. Una mossa che, come specificato dal Guardian, inquadra il partito guidato da Jeremy Corbyn, tra i supporter di una “soft Brexit”, opposta alla linea sostenuta finora dal governo conservatore di Theresa May che, invece, vorrebbe l’uscita del paese dall’unione doganale e dal mercato unico già durante il periodo di transizione che avrà luogo subito dopo la Brexit.
La svolta laburista vorrebbe la piena partecipazione del Paese all’unione doganale e al mercato unico europeo per un periodo di tempo che potrebbe durare dai due ai quattro anni, una volta avvenuto il divorzio tra Regno Unito e Ue. Sotto la guida di un governo laburista, dunque, la gran Bretagna continuerebbe a rispettare le norme europee in materia di libera circolazione, oltre che a contribuire al budget europeo per alcuni anni dopo la Brexit e ad accettare la giurisdizione della corte Ue, almeno in materia di economia e commercio.
Oltre a ciò, il partito di Jeremy Corbyn potrebbe addirittura lasciare aperta la possibilità di continuare a far parte dell’unione doganale e del mercato unico delle merci anche al termine della transizione. Tuttavia, c’è da chiarire che una permanenza di lungo termine verrebbe presa in considerazione soltanto a condizione di uno speciale accordo in tema di immigrazione da concludersi con l’Unione, nonché di alcuni cambiamenti sulle regole europee relative alla libera circolazione.
L’intenzione dei laburisti sarebbe, dunque, quella di ottenere un accordo transitorio “che mantenga gli stessi termini di cui il paese gode nell’Ue oggi”, ha chiarito il ministro ombra del Labour per l’Uscita del Paese dall’Ue, Keir Starmer, definendo la linea attuale dei conservatori “una strada estremamente rischiosa da intraprendere”, oltre che “inutile”. Al contrario, “noi metteremo sempre il lavoro e l’economia al primo posto”, ha incalzato Starmer. E proprio la maggiore “certezza” ai lavoratori “sia sul loro impiego che sui loro diritti” sarebbe un fattore positivo che, secondo il segretario generale del Trade union congress del Regno Unito, la nuova linea dei labour sarebbe in grado di garantire.
Le critiche all’annuncio sono arrivate sia da parte dei liberal democratici, sia dal partito per l’indipendenza del Regno Unito (Ukip), il quale accusa i laburisti di “tradimento nei confronti degli elettori”. Il riposizionamento del partito di Corbyn, però, crea fermento tra i conservatori di Theresa May che rischia di vedere indebolirsi la propria idea di Brexit . Alcuni parlamentari tories, riporta infatti il Guardian, sperano che il cambio di direzione messo in atto dai laburisti possa aprire loro la strada per esercitare una maggiore pressione sul governo, al fine di poter addolcirne le posizioni durante le trattative con l’Ue: “questa potrebbe essere la leva di cui abbiamo bisogno”, ha riferito uno di loro al quotidiano britannico.
L’annuncio sulla nuova idea di Brexit, elaborata dopo un’intensa settimana di discussioni ai vertici del partito laburista, arriva proprio alla vigilia dell’inizio del terzo round dei negoziati sull’articolo 50 che, a partire da oggi pomeriggio, vedranno impegnati a Bruxelles il capo negoziatore Ue, Michel Barnier, e il Segretario di Stato britannico per la Brexit, David Davis.