Bruxelles – “Aiutiamoli a casa loro” è un po’ lo slogan andato per la maggiore di questi tempi in Europa quando si è trattato di affrontare il tema immigrazione. L’Europa sembra metterlo in pratica: dalla Libia partono troppe barche? Basta all’export europeo di imbarcazioni e motori per imbarcazioni verso la Libia, cosicché aiutiamo i libici a non far partire le barche. Nessuno scherzo, ma la decisione presa dai ministri degli Esteri dei ventotto membri dell’Ue in occasione della riunione di oggi.
Nelle conclusioni relative al capitolo libico, gli Stati membri riconoscono che “la questione dell’immigrazione regolare resta di particolare preoccupazione” per l’Ue, con l’Unione europea tutta che si dice “profondamente preoccupata” per le attività dei trafficanti di esseri umani. Per questo, recita il testo di fine lavori, i rappresentanti dei governi hanno deciso di introdurre “restrizioni all’esportazione in Libia di taluni prodotti che possono essere utilizzati per facilitare il contrabbando dei migranti e la tratta di esseri umani, in particolare le imbarcazioni e i motori fuoribordo”, quelli solitamente utilizzati dai gommoni. Stabilito il principio, adesso si lavorerà alle condizioni e ai modi con cui si renderà effettiva la restrizione dell’accesso a tali prodotti per i contrabbandieri i trafficanti.