Proposti 142,5 miliardi di euro in impegni e 136,1 miliardi di pagamenti
Jensen (Alde): “Riducono la già limitata proposta della Commissione. È inaccettabile”
È ancora scontro tra Parlamento e Consiglio europeo sul bilancio. Secondo l’Aula di Strasburgo i tagli alla spesa per ricerca e occupazione proposti dalla presidenza Lituana nel progetto di bilancio per il 2014, contraddicono le promesse fatte.
Il Consiglio propone un bilancio di 142,5 miliardi di euro in stanziamenti d’impegno e di 136,1 miliardi di euro in stanziamenti di pagamento, vale a dire tagli per 9 miliardi di euro (-6%) in impegni e 9,5 miliardi di euro (-6,6%) in pagamenti, rispetto a quest’anno. “Il Consiglio ha scelto di fare ‘business as usual’, tagliando il già limitato bilancio proposto dalla Commissione. È inaccettabile che proponga di fare i tagli più cospicui alle politiche di crescita quali la ricerca e l’innovazione”, ha dichiarato la relatrice sul bilancio 2014, Anne Jensen (Alde).
Nonostante gli impegni recentemente presi di dare priorità all’occupazione (giovanile) e ai programmi di crescita per la ricerca, l’istruzione e le piccole e medie imprese, accusano i deputati, sono proprio questi i settori in cui il Consiglio propone i tagli più ingenti, per un totale di 426 milioni di euro (-3%). Contemporaneamente il Consiglio propone tagli per 157 milioni di euro per la politica estera (-2,5%) e 153 milioni di euro per l’amministrazione (-1,8%) mentre i settori di spesa meno colpiti sono i fondi strutturali e l’agricoltura.
Nel frattempo, l’annosa questione della carenza di pagamenti per il 2013 non è ancora stata risolta e i deputati temono che possa influenzare i negoziati sul bilancio 2014, se non si trova rapidamente una soluzione. All’inizio di quest’anno, la Commissione aveva stimato il deficit a 11,2 miliardi di euro per pagare i conti in sospeso di quest’anno, ma finora gli Stati membri si sono accordati solo per 7,3 miliardi di euro.
La commissione per i bilanci del Parlamento europeo prenderà posizione sugli emendamenti del Consiglio il 2 e 3 ottobre. Questa posizione sarà messa ai voti della plenaria il 23 ottobre. Se il Consiglio non accetta le modifiche del Parlamento, si dovrà andare alla conciliazione.