@Comodamente intervistati
L’europarlamentare Efd: “Ripartire da quell’elemento che ci ha permesso di essere ciò che siamo”
Sulla nuova Politica agricola comune: “Nuovi negoziati partiti male su capping e agricoltore attivo”
Quando Comodamente è nato sette anni fa Giancarlo Scottà era il sindaco di Vittorio Veneto. È stato proprio lui il primo ad abbracciare l’idea di Claudio Bertarelli “nonostante le resistenze di una parte della giunta”, ammette oggi. “Allora Claudio mi propose l’idea ed io ci ho creduto, all’inizio senza soldi, poi piano piano in 7 anni le cose sono cresciute, ma è stata dura. All’inizio le persone non immediatamente hanno capito e seguito, ma Claudio con i suoi volontari è riuscito ad imporre la sua idea vincente”.
E ora dopo 7 anni Comodamente è ancora qui, un festival nazionale dal respiro europeo…
“È una grande ricchezza per la città, bisogna dare una mano a questi ragazzi”.
Lei domani parteciperà al dibattito “La terra non mente”. Si parla molto di tornare alla terra, cosa vuol dire?
“Ritornare alla terra significa ripartire nuovamente da quell’elemento che ci ha permesso di essere quello che siamo. Se torniamo indietro, dove arriviamo? Alla terra. Oggi siamo tutti inseriti in delle scatole, in comparti chiusi che non interagiscono tra loro. Non c’è condivisione e compartecipazione. Bisognerebbe uscire da queste scatole, rimettere i piedi in terra e partire, ripensando proprio alla Cura”.
La parola chiave di questa edizione del Festival.
“Sì, ripartiamo da quella azzerando tutto, e solo così troveremo indicazioni che ci diranno che cosa stiamo sbagliando, e in questo modo possiamo ridare nuova vita al territorio. Dobbiamo intendere la Terra come paesaggio e ambiente, da tutelare da conservare, e da lasciare a chi verrà dopo di noi. Dobbiamo prendercene cura”.
Parlando di terra lei è uno dei correlatori della Politica Agricola Comune. Dopo un primo compromesso generale ora si discutono aspetti tecnici che erano stati estromessi dalla prima discussione. Come procedono i nuovi negoziati?
“Il nuovo confronto è iniziato male. In commissione Agricoltura le parti politiche nel primo dibattito si sono mostrate contrarie agli obbiettivi che avevamo tralasciato e che volevamo affrontare adesso come il capping, il trasferimento tra pilastri e la definizione dell’agricoltore attivi. La situazione non è rosea”.
I piccoli agricoltori si sentono schiacciati dalle grandi aziende, la nuova Cap saprà sostenerli?
“Abbiamo inserito tante iniziative per i giovani agricoltori. Permetteranno di poter scommettere sulla terra, potranno iniziare e ottenere dei risultati. Avere la lauree è bello e ben venga la laurea, ma nella vita non possiamo pensare di fare tutti i professori”.
Sembra quasi che oggi ci sia il bisogno di ridare dignità al mestiere dell’agricoltore.
“Noi abbiamo puntato tutto che i giovani che vogliono mettere in piedi aziende agricole. Vogliamo che rappresentino in prima persona quel cambiamento nell’agricoltura che farà la differenza. Bisogna restituire il giusto onore a una professione che ci fornisce quello che per noi è primario. E solo i giovani possono farlo”.
Intervista di Alfonso Bianchi