Bruxelles – A chi chiedere consiglio se non a un collega che ha già vissuto, anche in prima persona, la stessa situazione? E’ quello che deve essersi detto Matteo Renzi durante il difficile lavoro per l’approvazione della legge sulle Unioni civili in Italia e dell’acceso dibattito in particolare sul tema delle adozioni.
Xavier Bettel, primo ministro liberale del Lussemburgo e gay sposato, ha rivelato un retroscena interessante che potrebbe aver contribuito alla rinuncia della cosiddetta stepchild adoption da parte del governo Renzi, all’interno della legge che regola le unioni civili in Italia adottata l’11 maggio 2016. Presente nel testo originario del disegno di legge, la disposizione che dava al genitore non biologico della coppia la possibilità di adottare il figlio, naturale o adottivo, del partner era stata eliminata definitivamente nel febbraio 2016.
Complice del retromarcia dell’allora premier Matteo Renzi è stato forse il primo ministro lussemburghese Bettel. “Matteo mi chiese un consiglio, e io gli suggerii di procedere step by step (passo dopo passo) – ha riferito Bettel durante un incontro con i giornalisti tenutosi a Lussemburgo -: prima i matrimoni, poi le adozioni”. E così è successo in Italia. Almeno le Unioni civili sono diventate legge. Per le adozioni ci vorrà più tempo, aspettando che l’unione legale tra omosessuali sia diventata una realtà che non accende più il dibattito.
I matrimoni tra persone dello stesso sesso in Lussemburgo sono diventati legali il primo gennaio del 2015, e lo stesso premier è stato il primo capo di stato Europeo a convolare a nozze omosessuali con l’architetto belga Gauthier Destenay, nel maggio dello stesso anno.