Bruxelles – Gli attacchi hacker che nei giorni scorsi hanno colpito società ed enti governativi in diversi Paesi del mondo “sono la conseguenza del mondo sempre più interconnesso che abbiamo deciso di costruire”, un qualcosa che “ci fornisce grandissimi benefici, economici e anche sociali”, ma che “pone sfide e rischi che cerchiamo di gestire”. Lo ha denunciato il commissario europeo per l’Unione della sicurezza, Julian King, che ha sottolineato come “la relazione tra Ue, settore privato e Nato è molto importante perché ci aiuta ad avere un quadro per organizzare la nostra risposta”, a questi attacchi. Intervenendo a un convegno sulla sicurezza cybernetica organizzato al Parlamento europeo dall’Atlantic Treaty Association (ATA) e da Must & Partners il commissario britannico si è detto convinto che questi attacchi “dimostrano in diversi modi che la cybersicurezza si fondi su una effettiva cooperazione tra governi, organizzazioni internazionali come quelle di Bruxelles, altre organizzazioni pubbliche e l’industria”.
King ha parlato di minacce che “evolvono” e che diventano da una parte “più strategiche perché influenzano addirittura i processi democratici”, e dall’altra “più endemiche per il modo in cui permeano e si diffondono dal network verso operazioni vitali di altri settori”. Queste minacce, ha aggiunto, arrivano da “attori criminali”, ma anche da “organizzazioni statali o collegate ad alcuni Stati nonché dai terroristi”. Negli ultimi anni, ha sottolineato King, “ci siamo concentrati sul rendere internet disponibile per tutti”, il che è stato “un progresso per i cittadini”, ma nel farlo “non abbiamo forse pensato abbastanza alla sicurezza e abbiamo inavvertitamente creato l’opportunità di sfruttare alcune lacune per chi vuole fare attacchi”.
Anche l’eurodeputato Pd, Nicola Danti, si è detto convinto che sulla cyber sicurezza “necessitiamo di un un coordinamento internazionale e di risposte globali”. Il vicepresidente della Commissione per il mercato interno ha affermato che “risultano particolarmente importanti le collaborazioni con le altre istituzioni”, a partire da Alleanza atlantica, G7, G20, Nazioni Unite (Onu). Danti ha ricordato l’accordo Ue-Nato firmato a febbraio 2017 “per effettivi centri tecnici di risposta agli incidenti informatici”, che “è particolarmente significativo”, come è significativo “il riconoscimento dell’Alleanza atlantica dello spazio cibernetico come dominio operativo, e la conseguente attivazione dell’articolo 5 in caso di attacco cibernetico”. Quello di cui abbiamo bisogno, ha concluso Danti, è “un salto di qualità” nella lotta al crimine cibernetico e alle crescenti minacce del web rilevando che “i codici di condotta vincolanti in merito sono ancora troppo pochi”.