Bruxelles – Quello dell’housing sociale, così come portato avanti in Lombardia e in Italia, è un modello vincente che deve essere sostenuto dall’Unione europea anche aprendo al settore i finanziamenti del Piano Juncker. Ne è convinta la Fondazione Cariplo, i cui rappresentanti sono venuti a Bruxelles per sensibilizzare le istituzioni europee su questo tema.
“In Italia prima c’erano solo due tipi edilizia, quella privata basata sul libero mercato e quella sovvenzionata dal pubblico, ma c’era una domanda di carattere sociale inevasa, quella di giovani coppie, di anziani, di immigrati che lavorano e possono pagare canone, di studenti universitari”, e alle loro esigenze si è rivolto il lavoro della Fondazione Cariplo iniziato 13 anni fa, ha spiegato il presidente Giuseppe Guzzetti in una conferenza stampa a margine del convegno “Verso un mercato sostenibile di Housing Sociale in Europa: quali esperienze dal modello italiano”, al Parlamento europeo.
“Uno dei principali problemi con cui si confronta il nostro Paese e l’Europa è la crescente domanda di case decenti a prezzi accessibili, ma i prezzi di mercato sono spesso proibitivi per le famiglie e questo progetto è un esempio eccellente di come una Fondazione possa generare innovazione sociale”, ha rivendicato Guzzetti che ha spiegato che negli appartamenti costruiti dalla Fondazione è possibile chiedere dei canoni di affitto del 50% più bassi di quelli normali. Per farlo, ha spiegato il presidente, sono necessari da una parte concessioni di aree edificabili e a buon mercato e finanziamenti a basso tasso d’interesse. Il primo fondo della Fondazione, risalente al 2006 e diretto alla Lombardia, aveva raccolto inizialmente 85 milioni da investitori pubblici e privati e ora più contare su oltre 500 milioni. Sono stati poi creati altri 31 fondi locali che, afferma la Fondazione, potrebbero potenzialmente sostenere l’implementazione di oltre 270 progetti, la costruzioni di più di 20mila case sociali e 8.500 posti letto in studentati. Gli investimenti in questo fondo “assicurano un guadagno del 2% più l’inflazione”, ha spiegato Guzzetti che ritiene che il modello sia vincente anche da un punto di vista economico. “Nella città di Crema dove siamo attivi da 7 anni l’investimento ha assicurato un ritorno e abbiamo verificato che il tasso di morosità è inferiore al 2% mentre quella dell’edilizia pubblica è a due cifre. Non c’è un intervento a perdere e i soldi li restituiamo e paghiamo gli interessi promessi”, ha rivendicato.
“Questo modello che può essere utile all’Europa per fare in modo che si attrezzi a far fronte a una emergenza abitativa che vede coinvolte famiglie e giovani, è una forma di aiuto ai territori e alle comunità”, ha affermato il vicepresidente del Parlamento, David Sassoli che insieme alla capo delegazione del Pd Patrizia Toia e all’eurodeputato Brando Benifei, è stato tra i promotori del convegno. “La questione abitativa può essere considerata un diritto sociale fondamentale per la vita e la dignità delle persone e delle famiglie, e sta diventando centrale a livello europeo”, ha dichiarato Toia e per questo “vogliamo diffondere e promuovere attraverso l’Europa questo nuovo modello abitativo”. Benifei ha invece sottolineato che “oggi con il ‘pilastro dei diritti sociali’, l’housing di buona qualità per chi è nel bisogno diventa un principio obbligatorio nell’Ue”.
Uno dei modi più semplici con cui l’Europa può aiutare lo sviluppo di questo settore è aprirgli le porte del piano Juncker, che appunto ha lo scopo di sostenere progetti infrastrutturali, progetti a più alto rischio rispetto ai normali progetti di mercato. Per Guzzetti, Bruxelles deve capire che “le infrastrutture non sono solo ponti, ferrovie e porti ma anche quelle sociali che devono essere inserite” nelle linee guida del Piano e “fare in modo che arrivino i finanziamenti”.