Bruxelles – I Paesi membri della Nato si sono impegnati a investire il 2% del Pil in spese per la Difesa, un impegno preso nel 2014 e ancora lontano dall’essere raggiunto in molti Stati. Ma questi soldi, più che essere investiti nei propri bilanci nazionali dovrebbero, almeno in parte, essere destinati alla Difesa comune Ue da parte dei Paesi membri dell’Unione. È quanto ha chiesto il vicepresidente della Commissione Ue Jyrki Katainen. “Secondo i target Nato tutti gli Stati dovrebbero spendere il 2% del Pil in Difesa, e il risultato sarebbe completamente diverso e molto migliore se usassero parte di questi soldi insieme”, ha affermato durante una videochat Facebook riferendosi ai Paesi Ue e alla Difesa comune europea.
Parlando dell’industria della Difesa il commissario ha sottolineato che “al momento l’80 percento delle spese è fatta all’interno della nazione e i bandi pubblici non sono aperti a offerte internazionali”, questo perché i governi “sono abituati a fare così e vogliono sostenere i produttori locali”, una cosa che è “comprensibile” ma che ha causato il fatto che l’industria della Difesa europea “non è abbastanza sviluppata”. Inoltre, ha aggiunto Katainen “la Difesa è vista ancora come il cuore della sovranità nazionale”, ma “qualcosa sta cambiando” e quello attuale, con l’Europa che è l’obiettivo di attacchi terroristici, “è il momento giusto per pensare come possiamo approfondire la cooperazione per la Difesa, cosa che ci permetterebbe di affrontare insieme le minacce comuni”.