La commissaria agli Aiuti internazionali: “Numeri destinati a crescere, la metà sono bambini”
Il portavoce della Ashton su prove Usa: “Aspettiamo inchiesta Onu”. Mauro: “Ci vuole prudenza”
Sono ormai due milioni i siriani scappati dalla guerra e rifugiati nei Paesi vicini. Sono le cifre confermate oggi dall’Unhcr. “Più della metà sono bambini” afferma Kristalina Georgieva, commissaria agli Aiuti internazionali. “La cifre è raddoppiata in poco tempo rispetto a marzo, raggiungendo una popolazione comparabile a quattro volte quella delle città di Manchester o Lione o a quella di Varsavia” aggiunge.
La maggior parte dei rifugiati si sono diretti in quattro Paesi: Turchia, Giordania, Libano e Iraq. “È una tragedia per coloro che sono stati costretti ad abbandonare le proprie case. E significa anche tremendi sacrifici per gli Stati ospiti che devono affrontare una sfida alla propria stabilità” ha dichiarato Georgieva che nel chiedere il cessate il fuoco ha avvertito che a causa della “violenza divenuta sempre più feroce, brutale e disumana, la marea di profughi è destinata a continuare a crescere” perché “la popolazione civile continua ad essere un bersaglio” degli scontri.
UE: “TROVARE SOLUZIONE DIPLOMATICA” – E mentre Francia e Stati Uniti hanno mostrato quelle che ritengono essere le prove che l’esercito siriano abbia compiuto stragi con armi chimiche tra i civili, l’Unione europea continua a chiedere di aspettare il responso dell’inchiesta dell’Onu e spinge per una soluzione diplomatica. “Abbiamo preso nota delle informazioni” divulgate ma “aspettiamo il rapporto finale dell’inchiesta delle Nazioni Unite. Per noi la cosa più importante è continuare i contatti diplomatici per trovare una soluzione diplomatica” ha dichiarato Michael Mann, portavoce dell’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Catherine Ashton. Mann ha spiegato che le prove sarebbero state “condivise” con l’Ue che però per esprimersi aspetta che siano confrontate con quelle dell’Onu. Secondo il portavoce però, la cosa più importante, è che “la comunità internazionale arrivi a una posizione comune e lavori insieme”.
MAURO: “PRUDENZA, ASPETTIAMO PER DECIDERE” – E questa è anche la linea italiana, confermata dal ministro della Difesa, Mario Mauro, al termini degli incontri avuti a Bruxelles con il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, e la stessa Ashton. “Sono le Nazioni Unite che stanno conducendo le indagini” sull’utilizzo di armi chimiche in Siria, e quindi “aspettiamo il risultato degli ispettori delle Nazioni Unite” ha detto Mauro. “La posizione dell’Italia – ha ribadito il ministro – è di forte condanna all’uso di armi chimiche, che è un crimine contro l’umanità, e di determinazione a fare sì che certe cose non si ripetano”. A suo avviso quella siriana “è una delle situazioni più complesse della storia recente”, e per questo “ci vuole prudenza”. “La complessità della situazione, gli interessi delle forze regionali, il rischio di un coinvolgimenti sul piano della sicurezza di Israele, consigliano prudenza, che noi abbiamo più volte sostenuto”. L’Italia, ha ricordato Mauro, “ha fatto appello alla ragionevolezza, rimandando al rapporto degli ispettori dell’Onu ogni decisione”. Nel dibattito sulla Siria, continua il ministri, “comprendiamo le posizioni di Stati Uniti e Francia”, ma per il nostro Paese vanno date “altre chance ad una situazione politica”.