Bruxelles – “Sembrava che la Brexit avesse suonato le campane a morto per l’Ue, ma si è trattato di una sveglia”. Sono queste le parole con cui il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha inaugurato i primi Stati Generali degli italiani nelle istituzioni europee (la riunione di tutti i funzionari nelle istituzioni Ue), ricordando la coincidenza della data (23 giugno) con il referendum sulla Brexit di un anno fa. “All’epoca la Brexit sembrava annunciare i titoli di coda per la storia del progetto europeo, ma a distanza di un anno possiamo dire con sollievo che le cose non sono andate così”, ha aggiunto.
È la prima volta che vengono allestiti gli Stati Generali per gli italiani che lavorano dentro le istituzioni comunitarie. Un evento “fortemente voluto” dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, presente all’iniziativa insieme all’Alta rappresentante e vice presidente della Commissione Ue, Federica Mogherini, e il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi. Il capo del governo ha invitato tutti gli italiani ad “essere orgogliosi che questo nuovo spirito europeo si sia manifestato proprio a Roma, in occasione dei festeggiamenti per i 60 anni dei trattati”. Il punto, secondo Gentiloni, “è cogliere la situazione positiva che c’è adesso per politiche economiche che accompagnino la crescita dell’Eurozona, per completare l’Unione monetaria e per sviluppare le politiche di accoglienza, non lasciando soli i Paesi di prima linea”. Infine il primo ministro ha invitato i colleghi europei a non rilassarsi: “Non è il momento del relax, ma di approfittare di questo slancio, per prendere in mano tutti insieme questo progetto e riportarlo ancora una volta tutti in avanti”.
Mogherini è intervenuta sottolineando l’impegno del governo italiano negli ultimi anni, soprattutto durante la presidenza del Consiglio Ue. Mogherini ha citato tre esempi di cui andare fieri. Uno di questi è l’operazione Sofia nel mediterraneo, che ha di fatto spostato la competenza della questione immigrazione dai ministri degli interni all’Unione europea (con 25 Stati membri che collaborano insieme per fermare scafisti e salvare vite umane). Poi ha parlato della diplomazia culturale, “un fatto scontato per noi italiani, ma non tanto per l’Unione europea”, grazie al quale oggi Bruxelles tiene conto di questa dimensione nelle relazioni coi Paesi terzi. Infine il Migration compact, proposto dal governo italiano e divenuto guida per una strategie europea sull’immigrazione.
Durante l’evento, gli organizzatori hanno mostrato i numeri degli italiani dentro le istituzioni europee. Si scopre, ad esempio, che un funzionario su dieci è italiano e che, di questi, ben 8 detengono posizioni apicali al Parlamento, Consiglio o Commissione. Un delegazione, quella italiana, con una presenza maschile di poco superiore a quella femminile (54% uomini, 46% donne).