Bruxelles – Il terrorista neutralizzato dai militari alla stazione centrale di Bruxelles, ieri sera, era pronto a compiere una strage che, se non si è verificata, è solo per caso e non per l’intervento di polizia. E’ quanto spiegato dal procuratore federale belga, in una conferenza stampa convocata stamattina per fornire aggiornamenti e ricostruzioni sui fatti di ieri. Il procuratore ha confermato che attorno alle 20,40 un uomo – successivamente identificato come O.Z., di nazionalità marocchina, nato il 12 gennaio 1981, domiciliato a Molenbeek – è entrato nella stazione centrale, ha attraversato l’atrio, dove si trova la biglietteria, per dirigersi verso i binari. Alle 20,44 ha aperto la valigia al grido di “Allah Akhbar” provocando “un’esplosione parziale” che non ha causato vittime né feriti. La valigia ha preso fuoco, è stata abbandonata dall’uomo, che si è dato alla fuga, e poi è esplosa una seconda volta “in modo più violento”. Dai rilevamenti è emerso che la valigia conteneva chiodi e bombole di gas. L’uomo è tornato indietro, verso la biglietteria e si è lanciato contro un militare che ha aperto il fuoco. Il terrorista non è morto sul colpo ma successivamente, a seguito delle ferite riportate. Contrariamente a quanto riferito, l’uomo “non indossava cinture esplosive”.
Il primo ministro belga, Charles Michel, ha affermato che “un attentato terroristico è stato evitato”. Secondo il premier “un individuo ha tentato di provocare un’esplosione ma i militari presenti sono intervenuti immediatamente”. La ricostruzione offerta dal procuratore federale sembra però smentire il capo del governo, mettendo in luce le falle del sistema di sicurezza nazionale. Il terrorista non è stato neutralizzato prima di compiere il gesto, ma dopo, e una volta che l’agguato è stato tentato ma non si è concretizzato. Solo per caso, dunque, sarebbe stata evitata la tragedia. L’Ocam, l’organo di coordinamento per l’analisi della minaccia, anche oggi ha deciso di mantenere a 3 il livello di allerta su una scala di 4 livelli. Il livello 3 indica una minaccia “grave, possibile e verosimile” per il Paese. Non ci sono per il momento indicazioni di minacce imminenti, ma riunioni dell’unità di crisi sono in corso, e sono state stabilite misure di sicurezza supplementari per le manifestazioni pubbliche.