La crisi economica e le diverse legislazioni tra stato e stato mettono in difficoltà anche questo settore. La Commissione lavora ad un Libro verde
Anche su un tema delicato come quello dei giochi e lotterie, che in alcune economie, come quella italiana, costituiscono una parte importante del Pil, essendo la terza industria del paese, l’Europa ha deciso di puntare su una maggiore unità, che come al solito dovrà muoversi su più livelli: normativo, di mercato e contrasto ai monopoli.
In particolare la commissione ha individuato tre obiettivi di interesse pubblico da perseguire;
1) la tutela dei consumatori, ovvero proteggere i giocatori da attivitá fraudolente e quelli con problemi di dipendenza da gioco d’azzardo.
2) l’ordine pubblico, ovvero combattere il riciclaggio di denaro attraverso l’identificazione dei giocatori e la tracciabilitá delle transazioni.
3) il finanziamento di attivitá di interesse pubblico, teso ad una ridistribuzione piú ecqua dei proventi del gioco d’azzardo tra gli Stati membri delll’Unione Europea.
L’aspetto normativo è quello sui cui si potrebbe lavorare più rapidamente ed in maniera più incisiva ed in effetti da tempo l’Unione Europea sta lavorando ad un libro verde sul gioco online: una serie di linee guida sulla base delle quali ogni stato dovrebbe allineare la propria legislazione in materia di giochi. Le Linee guida comprendono sia la tutela del giocatore che l’aspetto legislativo. Ma è proprio qui che sono sorti i problemi. Se infatti l’Unione Europea può contare sull’accordo di tutti gli stati relativamente agli aspetti di tutela dei giocatori, diverso è invece il discorso normativo e soprattutto fiscale. Nonostante uno dei punti cardine delle scelte economiche dell’Europa sia il libero mercato e dunque il contrasto ai monopoli, in alcuni paesi europei (in Grecia per esempio) ci sono ancora esempi di monopoli di stato nella gestione del gioco online.
Una delle leggi più avanzate in materia è quella italiana, che prevede l’assegnazione di licenze ai soli operatori autorizzati: una regolamentazione che ha permesso il controllo anagrafico per contrastare il gioco dei minori, la sicurezza nel mercato in termini di solvibilità finanziaria degli operatori e garantire un buon livello di concorrenza.
La diffusione di internet e dei dispositivi mobili (smartphone e tablet) che garantiscono l’accesso alla rete 24 ore al giorno sette giorni alla settimana, rappresenta un’opportunità per la creazione di un mercato europeo dei giochi online, auspicato da tempo dagli operatori e che rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per un settore in difficoltà. Secondo i dati dell’ultimo report dell’Osservatorio Gioco Online, realizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano, ci sono alcuni segmenti del gioco online in Italia che sono in sofferenza, in particolare quello del poker online, che nella modalità cash ha subito una flessione del 35% dall’inizio del 2013.
In questo ambito sono diminuiti sia il numero di giocatori (-21%) sia la raccolta e spesa media mensile per giocante (entrambe fanno segnare una flessione del 17%). Questo ha creato una selezione naturale nel mercato: da un lato hanno chiuso i battenti piccoli operatori, mentre hanno guadagnato quote di mercato brands forti come Pokerstars.
Il mercato italiano del gioco online, dopo una forte crescita iniziale, ha raggiunto il livello di saturazione e non sembra più in grado di autosostenersi. La soluzione potrebbe arrivare in questo caso da una risposta europea: creare un mercato europeo del poker online (ed eventualmente di altri giochi), o almeno inizialmente un mercato comune tra quegli stati che hanno una legislazione simile, quali Italia, Francia e Spagna, le cui Autorità in materia di gioco stanno discutendo ormai da tempo. Una linea comune da un lato rivitalizzerebbe i mercati più piccoli, dall’altro spingerebbe gli stati con forme di mercato monopolistiche a dotarsi di uno concorrenziale, con beneficio di carattere economico per il settore del gioco online e di carattere sociale per i giocatori.
In collaborazione con MediaBuzz