Bruxelles – C’è l’accordo sulla Grecia, e ci sono le condizioni perché il Fondo monetario internazionale (Fmi) torni a far parte del programma di assistenza per Atene. Un risultato raggiunto al termine di un Eurogruppo durato quasi sei ore, e incentrato quasi completamente sul dossier ellenico. Alla fine c’è l’intesa che consente lo sblocco dalla tranche di aiuti da 8,5 miliardi per Atene e apre la strada alla ristrutturazione del debito di Atene. “E’ stato posto l’accento sulla crescita”, sottolinea non a caso il direttore del Fondo, Christine Lagarde, al termine dei lavori. Una dichiarazione di censura nei confronti delle istituzioni creditrici (Commissione Ue, Bce, fondo salva-Stati Esm), fin qui attente solo al rigore e non in grado di eliminare il Paese dal rischio defaut. “Abbiamo evitato la crisi”, scandisce Lagarde, la cui presenza a Lussemburgo non era scontata. Da quando non c’era intesa sull’alleggerimento del debito la francese non ha più partecipato ai lavori dell’Eurogruppo. Lei certifica il ritrovato equilibrio tra i creditori. “La stabilità è mantenuta”.
Le condizioni dell’aiuto per Atene
Da una parte gli impegni ellenici, dall’altra quelli dei creditori. La Grecia si è impegnata a rispettare sette azioni prioritarie: riforma del sistema pensionistico, riforma del sistema di imposizione e riscossione fiscale, riforma del mercato del lavoro, privatizzazioni, l’impegno a mantenere un surplus primario pari al 3,5% del Prodotto interno lordo entro il 2022, favorire gli investimenti. Si stima che le sole riforme fiscale e pensionista insieme possano risparmi netti pari al 2% del Pil, che sostengono gli obiettivi fiscali post-2018, quando si concluderà il programma di aiuti alla Grecia. C’è l’impegno ellenico a istituire una Banca nazionale per lo sviluppo al fine di promuovere gli investimenti, e l’assicurazione a lavorare con la Commissione europea per fare in modo che le risorse comunitarie garantite attraverso fondi strutturali in modo efficiente, e assorbite al 100%.
Debito e interessi spalmati, cosa ottiene la Grecia
Atene ottiene il via libera allo sblocco di una nuova tranche di aiuti da 8,5 miliardi di euro, che il fondo salva-Stati Esm provvederà ad erogare quanto prima. La repubblica ellenica ottiene poi un ulteriore deferimento da 0 a 15 anni degli interessi e degli ammortamenti da pagare al fondo salva-Stati Efsf. Questo a prescindere dall’analisi finale della sostenibilità del debito. L’Eurogruppo ha confermato l’impegno, preso a maggio del 2016, di garantire la sostenibilità del debito greco a lungo termine dopo la conclusione dell’attuale terzo programma di aiuti internazionali che si chiuderà nell’estate 2018. Era la condizione, per il Fondo monetario internazionale, necessaria per poter confermare la propria partecipazione all’attuale terzo programma di aiuti da 86 miliardi. Che ora avverrà.
Lagarde: “Aiuti precauzionali da 2 miliardi”
Lagarde annuncia un “programma precauzionale” di aiuti da due miliardi di dollari. “Lo chiederò al comitato esecutivo entro 24 ore perchè sia disponibile entro il 27 luglio”. La direttrice del Fmi ricorda che il programma di aiuti doveva prevede due componenti: da una parte il pacchetto di politiche economiche, dall’altra l’alleggerimento del debito. La prima parte “ha prodotto quello che la Grecia doveva fare, e merita di essere sostenuta”. Quando alla seconda, “riteniamo serva più tempo” per capire come rendere il debito sostenibile nel lungo periodo. Non si è ancora alla fine, ma vi ci si avvicina. “Nessuno sostiene che questa sia la soluzione migliore”, spiega Lagarde. “La soluzione migliore sarebbe stata un accordo definitivo sul debito, perché avrebbe fatto chiarezza una volta per tutte. Ma questa di oggi è la seconda migliore opzione possibile”.
Moscovici: “Si volta pagina”
L’accordo raggiunto dall’Eurogruppo, nel decretare lo sblocco della tranche di aiuti di 8,5 miliardi e ribadendo l’impegno a un alleggerimento del debito pubblico greco “permette alla Grecia di voltare pagina”, sostiene il commissario agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, che riconosce all’esecutivo ellenico gli sforzi compiuti e il merito per un lavoro considerato soddisfacente. Per trovare un’intesa e venire incontro ad Atene, ricorda, “la prima condizione era compiere le azioni prioritarie: si tratta di azioni in settori delicati come quello delle pensioni e del mercato del lavoro”. In tal senso “sottolineo il coraggio del governo greco e dal Euclid Tsakalotos”, il ministro delle Finanze.
Dijsselbloem: premiato duro lavoro
Si temeva che l’Eurogruppo non partorisse alcuna intesa, e che la questione della Grecia potesse finire sul tavolo dei capi di Stato e di governo della prossima settimana. Così non è stato. Frutto dell’intenso e continuo lavoro, rivela il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. “Tre settimane fa non avevamo un accordo, ma avevamo delle bozze, tante bozze”. Sono servite. Hanno permesso di colmare le distanze e trovare quell’intesa che si cercava. E che si è trovata. “Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli elementi”.