Bruxelles – L’Ue è da tempo impegnata a combattere il problema degli sprechi alimentari. Tuttavia, a volte, sono proprio le politiche messe in campo dalla stesse Unione a instaurare dei meccanismi che contribuiscono a generare perdite e sprechi. Per questo, “occorre una politica più coerente dell’Ue”, ha affermato Ermanno Coppola (Coldiretti) a margine di un incontro a Bruxelles della piattaforma Ue sulle perdite e gli sprechi alimentari, a cui era presente come rappresentante del Copa (Comitato delle organizzazioni professionali agricole dell’Unione europea). Un esempio di politica incoerente da parte dell’Ue, che chiede sempre maggiori sforzi ai produttori agricoli per ridurre gli sprechi, sarebbero gli accordi internazionali.
“Molto spesso la stessa commissione Ue – denuncia Coppola – per favorire i Paesi del bacino mediterraneo o quelli in via di sviluppo, fa delle concessioni a livello tariffario”. Concessioni che vanno a danno delle produzioni comunitarie, le quali si ritrovano a subire le importazioni da questi paesi, e che rendono “più facile il fatto che si creino delle perdite, nel senso di prodotti invenduti a livello agricolo”. “Se si fanno delle concessioni – ha affermato Coppola – bisogna anche pensare che questo crea poi delle perdite di prodotto oltre che perdite di reddito per i produttori”.
Il tema degli sprechi alimentari è al centro delle discussioni a Bruxelles, anche in vista della riforma della Politica agricola comune (Pac) per il dopo 2020. Su questo tema “la nostra preoccupazione è che nella riforma della Pac ci possano essere ulteriori vincoli che possono danneggiare i produttori nel momento in cui si devono far carico di perdite che in realtà non derivano dalla loro responsabilità”, ha detto Coppola. “Il problema vero” ha ribadito rappresentante del Copa più volte durante i lavori in aula e a margine dell’incontro, sono gli “squilibri all’interno della catena alimentare” e la “difficoltà di programmare” che hanno i produttori, che costituiscono “l’anello debole della catena quando si parla di riduzione degli sprechi”. “I produttori agricoli non hanno alcun interesse a produrre o a buttare più cibo”, ha ricordato Coppola sottolineando che per gli agricoltori, gli sprechi costituiscono in primo luogo una perdita economica. Per questo, oltre a una maggiore attenzione ai vincoli stabiliti a livello europeo in ambito della Politica agricola comune, per “evitare gli sprechi dal campo alla tavola”, si rende sì necessario investire in termini di prevenzione, ma occorre farlo garantendo un “riequilibrio tra tutti i vari attori della catena alimentare”.