Bruxelles – Vacilla la stabilità politica del Nord Europa con due paesi, Finlandia e Olanda, alle prese con l’impossibilità di mantenere o formare coalizioni di maggioranza in grado di governare. Nella giornata di ieri il primo ministro finlandese Juha Sipila, ha annunciato che chiederà lo scioglimento del governo al presidente Sauli Niinisto a causa della rottura della colazione tra il Partito di Coalizione Nazionale, il Partito di Centro e Veri Finlandesi, che dal 2015 è alla guida del paese. Alla base della rottura, vi sarebbe l’elezione a leader di Veri Finlandesi, di Jussi Halla-aho, esponente dalle idee piuttosto radicali, contrario all’immigrazione e antieuropeo. Elezione non gradita dagli altri due membri della coalizione, indice di una svolta troppo a destra del partito e che rende impossibile il proseguimento dell’operato comune dei tre ormai ex alleati.
Coalizioni e accordi tra partiti non reggono nemmeno in Olanda dove a tre mesi dalle elezioni è fallito, ieri, il secondo tentativo di negoziati tra il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, Appello Cristiano Democratico, i Democratici 66 e la Sinistra Verde, volti a formare un governo. Questo è il terzo fallimento di cui si sono resi protagonisti i partiti principali del paese. Il motivo in questo caso è da ricondurre alle divergenze troppo ampie sulle tematiche di immigrazione e l’alternativa attualmente al vaglio è quella di sostituire i Verdi con i l’Unione Cristiana all’interno di una nuova possibile coalizione.