Bruxelles – Ha riconosciuto le sue responsabilità ed ha promesso che però sarà capace di tirare fuori i tories e il Paese dal “pasticcio” in cui li ha gettati. Una Theresa May “contrita” è riuscita a convincere i suoi parlamentari che, almeno per il momento, il cavallo migliore su cui puntare è ancora lei, che riuscirà a governare la Gran Bretagna nel migliore dei modi, anche lavorando ad un approccio forse più morbido ai negoziati per la Brexit, superando l’approccio del “nessun accordo è meglio di un cattivo accordo”:
Ieri sera la premier ha incontrato i suoi parlamentari e si è scusata di non essere riuscita non solo ad aumentare, ma neanche a confermare la maggioranza a Westminster. May si è assunta la responsabilità del disastro elettorale, ed ha detto che “io ho causato questo guaio, io ve ne tirerò fuori”. Al momento il partito non ha molte altre scelte, il rischio di una spaccatura è forte, ma altri leader non sono cresciuti e dunque May è rimasta in sella, per ora.
Sul fronte Brexit alcune fonti dicono che potrebbero esserci degli ammorbidimenti, come un’apertura agli studenti stranieri. Anche il sistema sanitario sta soffrendo del calo di personale che arriva dall’estero, e questo è un tema che il nuovo governo dovrà affrontare, essendo stato proprio il Nhs uno dei punti focali della campagna pro Brexit.
Sul fronte interno May ha fatto mea culpa anche circa le minacce di ridurre l’assistenza sociale, ed ha cercato di tranquillizzare i suoi sui diritti Lgbti, messi indubbio in particolare dall’alleanza con gli irlandesi del Dup, fortemente contrari ai diritti civili dei gay
Insomma, una premier contrita ma non arresa, che promette di garantire un buon negoziato Brexit (che non si sa quando inizierà) fino alla fine, magari tenendo in considerazione anche le posizioni più morbide dei labour su questo negoziato.