Bruxelles – Contro l’aborto e i matrimoni gay, ma in favore di una Brexit negoziata cautamente, che permetta di mantenere la libera circolazione, piuttosto che quella “hard Brexit” minacciata da Theresa May. Queste sono alcune delle linee politiche che caratterizzano gli unionisti nordirlandesi che sosterranno, non si sa ancora se dall’interno o dall’esterno, la neo-eletta premier britannica nella formazione del nuovo esecutivo.
Il Partito Democratico Unionista (Dup), una formazione di destra che rappresenta i protestanti dell’irlanda del Nord fedeli al governo di Londra, è stato fondato nel 1971 e si è da sempre caratterizzato per posizioni conservatrici che risultano evidenti nelle promesse elettorali fatte durante la campagna. Attualmente il partito è guidato da Arlene Foster, il cui padre fu colpito e ferito gravemente dall’Ira quando lei aveva otto anni.
Oltre al “no” all’aborto, ferma è anche la posizione del “no” ai matrimoni tra persone dello stesso sesso che rimangono di fatto illegali nell’Irlanda del Nord a differenza di ciò che accade in Gran Bretagna. E questo, grazie a un meccanismo di veto controverso introdotto proprio dal partito che ha permesso di bloccare qualsiasi modifica alle legislazioni vigenti in materia.
Riguardo alle tematiche ambientali resta da capire come si muoveranno gli unionisti, visto che lo scetticismo sulla gravità delle questioni ambientali non risulta essere una politica ufficiale del partito, ma il partito ha scelto in passato come ministro dell’Ambiente dell’Irlanda del Nord un negazionista del cambiamento climatico.
Le differenze con i Tories si manifesteranno sulle tematiche economiche e in particolare delle spese pubbliche e sui negoziati per la Brexit. Il Partito Democratico Unionista vuole infatti mantenere il “triple lock”, un meccanismo che prevede un incremento annuale automatico delle pensioni, così come il “winter fuel payment”, un’indennità per il riscaldamento invernale destinato ai pensionati. Sistemi che invece il Partito di May ha intenzione di tagliare. Sul tema Brexit, il manifesto del Partito che ha patteggiato per l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue si pone in una posizione più cauta rispetto a quello della premier May, sostenendo l’importanza del mantenimento di confini aperti tra repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord e i sistemi di libero scambio commerciale in tutta l’Ue.