Bruxelles – Il Consiglio ha oggi adottato in via definitiva nuove norme per consentire ai consumatori che hanno sottoscritto servizi di contenuti online a pagamento nel proprio Paese di origine di accedervi quando si recano in un altro Stato dell’Ue.
Il regolamento (scaricalo qui) si applicherà ai servizi di contenuti online a pagamento ma anche i servizi in chiaro, come quelli forniti da alcune emittenti pubbliche, potranno beneficiare del regolamento a condizione che sia verificato il Paese di residenza degli utenti. Le nuove regole oltre a rimuovere le restrizioni geografiche esistenti per l’accesso a servizi come Netflix, HBO Go, Amazon Prime, Spotify e Deezer prevedono norme a tutela della privacy dei consumatori e controlli per la tutela del diritto d’autore.
Attualmente la portabilità transfrontaliera dei servizi online è ostacolata dal fatto che i diritti per la trasmissione di contenuti protetti dal diritto d’autore, come le opere audiovisive nonché i diritti di eventi sportivi ad elevato valore commerciale, sono spesso concessi in licenza su base territoriale. I fornitori di servizi online possono scegliere di essere presenti soltanto in determinati mercati.
Per evitare abusi, i fornitori dei servizi verificheranno lo Stato membro di residenza degli abbonati. Le verifiche saranno effettuate nel rispetto delle norme Ue in materia di protezione dei dati.
Il fornitore sarà autorizzato a sospendere l’accesso al servizio online qualora l’abbonato non sia in grado di provare il suo Stato membro di residenza. Gli strumenti di verifica non potranno comprendere più di due criteri di un elenco di strumenti come: carta d’identità, conto bancario o carta di credito; indirizzo di installazione del dispositivo per la fornitura di servizi; pagamento da parte dell’abbonato di un canone per altri servizi; indirizzo ufficiale di fatturazione o indirizzo postale.
Le nuove norme inizieranno ad applicarsi nel primo trimestre del 2018 (nove mesi dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue). La decisione di oggi fa seguito a un accordo raggiunto il 7 febbraio 2017 tra la presidenza maltese e il Parlamento europeo. Il Parlamento ha votato la propria posizione in prima lettura il 18 maggio 2017.