Bruxelles – Ecco i primi effetti della decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dagli accordi di Parigi sul clima: gli armatori mondiali chiedono a Europa e Cina di collaborare di più per una strategia di riduzione delle emissioni di CO2 nel settore del trasporto marittimo. “Collaborare”, in questo caso, significa non solo condivisione degli obiettivi, ma anche condivisione di sinergie e strategie industriali, dunque economiche.
“A seguito della decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dall’accordo sul clima di Parigi, le associazioni di armatori dell’Unione europea (Ecsa) e la Camera delle spedizione internazionali (Ics), che rappresentano oltre l’80% della flotta mercantile mondiale, incoraggiano le intenzioni dell’Unione europea e della Repubblica popolare cinese ad intensificare la cooperazione”, affermano le due associazioni in una nota diffusa oggi.
“Il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul clima di Parigi non dovrebbe mettere a repentaglio una ambiziosa strategia globale per ridurre le emissioni di CO2 dei trasporti marittimi”, ha dichiarato il segretario generale dell’Ecsa Patrick Verhoeven. “Siamo quindi lieti che l’Ue e la Cina sembrano lavorare a un rafforzamento della cooperazione per la realizzazione di un accordo sul clima per il trasporto marittimo presso l’Organizzazione marittima internazionale”.
Le discussioni sulla strategia di riduzione dei gas a effetto serra dell”Organizzazione marittima internazionale (Imo) partiranno in poche settimane, e si intende stabilire una strategia iniziale nel 2018, che dovrà essere ultimata nel 2023. L’industria globale dei trasporti, rappresentata da quattro organizzazioni internazionali di armatori, ha presentato una proposta per mantenere le emissioni globali di CO2 al di sotto dei livelli del 2008 e poi progressivamente ridurre le emissioni totali annuali del settore entro il 2050, per una percentuale da concordare dall’IMO.
“La priorità dei governi dovrebbe essere quella di concentrarsi sullo sviluppo di combustibili alternativi, la capacità di contenere CO2 al di sotto dei livelli del 2008 può essere raggiunta solo con misure tecniche e operative”. Ecsa e Ics continuano a “esprimere preoccupazioni circa le misure unilaterali che l’Ue, la Cina e altre potenze regionali possono elaborare. Il Parlamento europeo punta con forza all’inclusione unilaterale del trasporto nel sistema europeo di scambio delle emissioni (Ets)”.
Secondo le associazioni “una combinazione di regimi regionali distorcerebbe i mercati internazionali di trasporto mentre farebbe poco per affrontare la riduzione delle emissioni effettive del settore globale”, ha concluso Patrick Verhoeven. “Imporre soluzioni regionali sarebbe controproducente”, ha sottolineato.
Dunque l’industria chiede chiarezza e uniformità, tra chi ci sta. E se si deciderà di starci si svilupperà una notevole collaborazione anche economica, dalla quale di Usa resteranno fuori.