Bruxelles – Sale la tensione dello scontro elettorale nel Regno Unito per lo sprint finale verso il voto dell’8 giugno. Il leader laburista, Jeremy Corbyn, forte dei sondaggi che lo danno testa a testa con la premier Theresa May, sferra gli ultimi colpi chiedendo le dimissioni della prima ministra, a pochi giorni dal voto, e puntando il dito sulla politica dei tagli attuata dalla premier conservatrice quando era ministra degli Interni nel governo di David Cameron.
“La colpa dei tre attentati che in poche settimane hanno sconvolto il Paese è di chi ha tagliato le risorse destinate alla sicurezza, ovvero Theresa May”, ha dichiarato durante un comizio Corbyn che, insieme a Tim Farron dei liberal democratici, ha rinfacciato a May di aver tagliato il numero di poliziotti di 20mila unità e quello degli agenti armati del 18%. May ha risposto che “le risorse all’antiterrorismo non sono state tagliate” e che quando era ministra “ha aumentato i poteri della polizia”. Inoltre, il leader laburista, che si è sempre schierato contro l’ordine di sparare per uccidere anche in casi di terrorismo, si è rimangiato tutto in un’intervista rilasciata al Guardian dove si dice pronto “ad autorizzare l’uso di tutta la forza necessaria richiesta dagli agenti”, definendo l’operazione della polizia a Londra come “risposta proporzionale per difendere le persone innocenti”.
A meno di due giorni dal voto è difficile prevedere come reagirà l’elettorato dopo i fatti di Londra. Ciò che emerge dai sondaggi è che buona parte degli indecisi sposterà il proprio voto in base alle politiche sulla sicurezza proposte dai candidati. Per di più, l’inaspettata rimonta dei Laburisti – Yougov segna 4 punti percentuali di distanza tra Laburisti e Conservatori, mentre ICM parla di 11 punti – in uno scontro elettorale che May aveva previsto di vincere con grande vantaggio, spinge lo staff di Corbyn a puntare ulteriormente su una campagna elettorale definita dai media britannici “brillante”, con la quale il laburista è riuscito a diminuire in maniera molto significativa il vantaggio iniziale dei Conservatori (di 20 punti), puntando sul rilancio dello Stato sociale, della spesa pubblica e sull’equità fiscale, in risposta ai malesseri di molti sudditi di Sua Maestà.
Anche la Brexit negli ultimi giorni torna ad avere rilievo per gli elettori nella campagna elettorale. Corbyn, pur fornendo pochi dettagli concreti su come condurrebbe il negoziato, promette un approccio meno ‘duro’: un non accordo, ha detto , “sarebbe il risultato peggiore possibile. Non esiste un ‘no accordo’. Nessun accordo è infatti un cattivo accordo, è la peggiore di tutte le possibilità”. May invece ha ribadito la sua insistenza che solo un Regno Unito convinto della possibilità di un ‘non accordo’ può convincere Michel Barnier e i negoziatori dell’Ue ad accettare i necessari compromessi: “Questo grande momento per il Paese ha bisogno di un grande sforzo nazionale nel quale tiriamo insieme con un’unità di obiettivo – ha detto la premier -. È possibile avere una Brexit di successo solo se credi nella Brexit”. Ma i sondaggi non sembrano darle la forza che May auspicava.
Ad aumentare lo scontro ci pensa anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che in un tweet ha accusato il sindaco di Londra di origini pakistane, Sadiq Khan (laburista), di non dare sufficiente importanza alla minaccia terroristica. Immediata la replica di Corbyn che ha ricordato l’importanza di mantenere unita la società e difendere il multiculturalismo. Inoltre, i leader laburista e liberaldemocratico si sono scagliati contro la decisione del governo May di non pubblicare un rapporto riservato dell’intelligence britannica sui finanziamenti dell’Arabia Saudita a gruppi terroristici.
Nel frattempo, aumentano i comunicati a sostegno dei vari candidati tra cui quello del giornale britannico The Guardian, da sempre schierato a sinistra, che in un editoriale ha annunciato l’appoggio senza riserve in favore del Labour e di Corbyn, e quello del “misterioso” artista di strada, il writer Bansky, che nel suo profilo di instragram ha annunciato di voler donare una sua opera in regalo agli elettori inglesi che votano contro il partito Conservatore guidato da Theresa May.