Bruxelles – A Bruxelles è in corso il 19esimo summit Unione europea – Cina. L’Europa cerca di rilanciare il partenariato bilaterale in particolare nel commercio e nella lotta ai cambiamenti climatici, ma sono tanti i settori in cui i nostri interessi si intrecciano con quelli del colosso asiatico.
L’Ue è il principale partner commerciale della Cina e la Cina è il secondo partner commerciale dell’Europa, secondo solo agli Stati Uniti. Il commercio dei beni con Pechino vale ben più di 1,4 miliardi di euro al giorno, con le esportazioni dell’Ue pari a 170 miliardi di euro e le importazioni a 345 miliardi nel 2016. Non sono poche però le divergenze con un Paese in cui lo Stato sostiene fortemente l’economia, che è un misto tra socialismo e capitalismo, violando le regole del libero mercato con pratiche ritenute scorrette da Bruxelles. Non a caso delle 108 misure di difesa commerciale instaurate dalla Commissione europea ben 63 riguardano importazioni dalla Cina, con il mercato dell’acciaio quello più coinvolto da pratiche di dumping contro cui il settore siderurgico continentale punta il dito da anni. Questo però non ferma le aziende europee che tra il 2000 e il 2016 hanno investito oltre 141 miliardi nel Paese mentre gli investimenti cinesi in Europa si attestano per lo stesso periodo intorno ai 110 miliardi.
Bruxelles e Pechino vogliono rafforzare il loro rapporto anche in diversi altri settori, a partire dalla ricerca nella quale puntano a rendere reciprocamente accessibili i propri programmi di finanziamento in questo campo come Horizon 2020, ma anche il turismo con i viaggi dal Paese asiatico che sono in continuo aumento. Per questo sono stati anche organizzati piani di scambi culturali e oltre 30mila persone hanno potuto usufruire negli ultimi anni di una borsa di studio per la formazione, il lavoro o la ricerca in entrambi i continenti.
Per l’Europa la Cina è anche un importante partner globale con il quale collaborare anche in materia di Difesa. In Africa sono state condotte alcune missioni anti-pirateria comuni che hanno fatto da apripista a possibili collaborazioni per il peacekeeping anche sul terreno. Pechino ha svolto un importante ruolo ad esempio nelle trattative per l’accordo sul nucleare con l’Iran e in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu è anche con Pechino che si deve discutere quando si parla di pace in Afghanistan, Libia e Siria.
La Cina è un attore che diventa sempre più importante poi nella cooperazione allo sviluppo, sempre soprattutto in Africa, e Bruxelles spera di poter trovare un’agenda comune per raggiungere gli obiettivi di sviluppo 2030. E infine Bruxelles, con Donald Trump che vuole ritirare gli Usa dagli accordi di Parigi, punta molto su Pechino per dare seguito al patto sul Clima raggiunto lo scorso anno nella capitale della Francia. La bozza di conclusioni del Summit fa presagire che sul punto si troverà un’intesa e il colosso asiatico determinato a rispettare gli impegni potrebbe ammorbidire di molto le conseguenze della scelta da molti considerata nefasta del presidente statunitense.