Bruxelles – La Bulgaria dichiara guerra alle multinazionali del cibo accusate di vendere nel Paese prodotti più scadenti di quelli che distribuisce in altri Stati dell’Europa occidentale. Alcuni esperti scelti dal governo sono stati mandati a comprare diversi prodotti incriminati nei supermercati occidentali per poi comprare gli stessi in quelli del Paese e fare una comparazione. “È un comportamento offensivo e inaccettabile”, ha tuonato il ministro dell’Agricoltura e del cibo Rumen Porozhanov che ha lanciato questa iniziativa che ha accusato le multinazionali di praticare una “apartheid” alimentare in cui “per alcuni il cibo deve essere di migliore qualità che per quelli che abitano nell’Europa orientale”. Le analisi verranno fatte dall’agenzia per la sicurezza alimentare del Paese e riguarderanno cioccolata, prodotti lattiero-caseari e di carne, bevande analcoliche, succhi e alimenti per neonati.
Non è la prima volta che vengono mosse questo tipo di accuse alle grandi aziende, prima della Bulgaria lo avevano fatto anche Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia. L’agenzia per la sicurezza alimentare di Budapest a febbraio aveva puntato il dito contro la Ferrero accusandola di vendere una Nutella meno buona di quella venduta ad esempio in Austria, un’accusa rigettata con durezza dalla Ferrero.