Bruxelles – È l’Italia il Paese dell’Europa occidentale dove gli abbonamenti telefonici mobile senza smartphone incluso sono più economici. A rivelarlo è il rapporto relativo al primo trimestre del 2017 pubblicato da Telecompaper, dal quale emerge un generale calo dei prezzi dei pacchetti, accompagnato da un aumento graduale dei gigabyte inclusi nelle offerte.
Con un costo di 18 euro al mese dovuto, si legge nel report, “alle nuove offerte di 3”, l’Italia si piazza in fondo alla classifica dei prezzi medi per offerte senza smartphone incluso. Ben 25 euro in meno rispetto ai 43 che segnano la media dei 16 Stati analizzati dal rapporto. Nello specifico, lo studio compara il prezzo di oltre 1.600 abbonamenti mobile offerti in 16 Paesi europei, con almeno mille minuti e 10 giga-byte. Quest’anno, rispetto al 2016, le tariffe sono generalmente scese del 4%, ponendo sotto la media europea Paesi come Danimarca (21), Regno Unito (23), Finlandia (25), Irlanda (27), Olanda (35) e il trio Svezia-Belgio-Francia che oscilla fra i 41 e i 43 euro. Germania, Portogallo e Grecia, invece, sono gli Stati dove gli utenti pagano di più per navigare, chiamare e mandare messaggi, spendendo oltre 50 euro ogni mese.
In molti Paesi, inoltre, si segnala un aumento della quota di abbonamenti che superano i 2 gigabyte mensili e una parallela diminuzione degli abbonamenti senza internet. In Irlanda, ad esempio, i piani con più di 10 Gb inclusi nell’offerta sono saliti dal 28% al 68% del totale in dodici mesi. Complice, probabilmente, la sempre maggiore presenza di smartphone e reti 4G che hanno dato un positivo impulso all’utilizzo di offerte internet per navigare e fruire di contenuti video.
Secondo lo studio aumentano anche le offerte di piani mobile con internet illimitato. Irlanda e Svizzera sono i precursori di questo business, mentre Olanda e Germania hanno cominciato solo da inizio 2017. Telecompaper prevede che la platea di offerte con gigabyte illimitati si allargherà, soprattutto grazie alla spinta di aziende come Tele2, T-Mobile e Free che si stanno muovendo in questo senso da aprile. Una scelta dettata dalla volontà dei consumatori, disposti a spendere di più per navigare senza paura di finire il traffico dati, che contribuisce a contrastare la discesa dei prezzi. Infine, buone notizie anche per il roaming con la crescita degli operatori che si sono mossi in anticipo rispetto all’abolizione prevista per metà giugno, segnando in un anno un aumento dal 22% al 33%.