Lettera a Saccomanni: servono miglioramenti al piano entro le prossime settimane. “Sono preoccupato soprattutto per la stabilità della banca”. Troppi tagli dei dipendenti
Il piano di ristrutturazione di Monte Paschi presentato dall’Italia alla Commissione europea non convince Bruxelles, che chiede al ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, di “migliorare il piano di ristrutturazione esistente”, e di farlo “con urgenza”. Questo e tanto altro è contenuto nella lettera che il commissario europeo per la Concorrenza, Joaquin Almunia, ha inviato a via XX settembre il 16 luglio scorso (leggi la lettera di Almunia a Saccomanni). Indirizzata a Saccomanni, la lettera mette in risalto la preoccupazione per la capacità di sopravvivenza della banca di Siena. “Sono preoccupato soprattutto per la stabilità della banca”, scrive Almunia, che rimprovera all’Italia di non aver presentato un piano che dia certezze da questo punto di vista. Ma a non tornare a Bruxelles sono più aspetti.
Intanto “appaiono sensibilmente gonfiate” le stime delle autorità sulla necessità di una riduzione di 5.000 posti di lavoro per compensare una perdita di introiti stimata in 320 milioni di euro. “Non condivido la metodologia né le stime che ne derivano”, e quindi “suggerisco che tali questioni tecniche siano chiarite all’interno dei nostri servizi”. Almunia rileva quindi incompatibilità col diritto comunitario per quanto riguarda gli stipendi dei manager. Secondo le regole Ue nelle banche che ricevono aiuti le remunerazione dei vertici dell’istituto creditizio non possono eccedere un tetto pari a quindici volte il salario medio nazionale, e questa disposizione si applica fino al completamento del piano di ristrutturazione. “I livelli di remunerazione proposti dall’Italia sono bel oltre quello che può essere accettato dalla Commissione europea”, avverte Almunia. Ancora, a detta del capo dell’Antitrust europeo, “il cosiddetto impegno” al risanamento della banca “è la descrizione di un impegno di fatto e non rappresenta per la banca alcun vincolo secondo quanto stabilito dalla regole per gli aiuti di stato”.
Più in generale, per Almunia “servono miglioramenti” in sei punti: riduzione dei costi e proporzionalità dei profitti, politiche di lungo termine, grado dell’intermediazione finanziaria, esposizione ai rischi sovrani, strumenti di capitale ibrido e politiche di remunerazione. Questi sei punti, ricorda nella lettera, sono già stati oggetto di discussioen tra lui e Saccomanni in un colloquio telefonico del 12 giugno, e al centro di una riunione tecnica svoltasi a Roma il 14 giugno (tutto prima che l’Italia presentasse le proprie carta a Bruxelles, il 17 giugno). Ora però non c’è più tempo: Almunia è pronto ad avviare una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. “Ritengo che sia urgente avviare colloqui tra i nostri servizi sulla base di questi orientamenti. In assenza di progressi sufficienti nelle prossime settimane, proporrò al collegio di avviare una procedura d’inchiesta formale”.