Roma – “Condivido al 99% gli inviti della Commissione” europea contenuti nelle raccomandazioni all’Italia, “ma la vicenda dell’imposta sulla casa non mi convince per niente”. È il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, in una intervista su La Stampa, a esprimersi contro l’invito di Bruxelles a reintrodurre l’Imu sulla prima casa, almeno per le fasce di reddito più alte. L’esponente del Ppe non mette in discussione la filosofia di spostare la tassazione sui beni improduttivi, “ma in Italia la casa ha un valore anche morale”, indica. “La prima abitazione”, prosegue, “è il frutto del lavoro di una o due generazioni, rappresenta la centralità della famiglia. Si tassino altri beni, ma la prima casa da noi rappresenta qualcosa di diverso rispetto ad altri Paesi”.
Più in generale, sulle osservazioni presentate dalla Commissione europea, Tajani considera “un attestato di fiducia” il fatto che non sia stata avviata alcuna procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese, “ma l’Italia non può approfittare ogni anno di questo clima”, avverte. L’invito è di “sfruttarlo per fare le riforme necessarie: come ridurre il fardello burocratico, snellire il processo di pagamento dei debiti pregressi” – motivo per il quale lui stesso, da commissario all’Industria, aprì una procedura di infrazione contro lo Stato italiano – e prima di tutto riformare la “giustizia civile”, un settore “lento”, la cui “inefficienze recano un danno enorme, circa il 2-3% del Pil”, denuncia.