Bruxelles – Serve l’aiuto dell’Europa, l’Italia, come la Spagna, da sola non può farcela a superare le sue attuali difficoltà economiche e a rilanciare la crescita. Bisogna che il denaro costi meno. Lo dice il Fondo Monetario Internazionale nel Fiscal Monitor pubblicato ieri, nel quale si disegna un quadro molto difficile per l’economia europea, mentre i resto del Mondo, anche se rallentando un po’, continuerà a crescere. A Bruxelles però non si è ancora pronti al passo definitivo, al potenziamento di quel Fondo salvastati Esm che inizierà a lavorare a luglio, anche se il presidente del Consiglio Mario Monti ha mostrato un certo, paziente, ottimismo.
Le previsioni degli uomini di Washington per il nostro paese sono peggiorate rispetto all’analisi dello scorso settembre: il pacchetto di interventi varato a dicembre darà, sì, una spinta dell’1,25% al Pil, ma la nostra crescita nel 2012 sarà negativa, -2,2% (saremo in recessione) e anche nel 2013 non torneremo in positivo, fermandoci ad un -0,6%. Numeri che hanno appena mosso i mercati, co n uno spread per i Btp decennali che era riuscito a scendere sotto i 400 punti, e che poi è risalito a 416, mentre la Borsa di Milano sembra non aver neanche ascoltato, con un chiusura in moderato positivo, +0,14%. L’Italia ha i suoi guai, ma anche il resto del Mondo rallenterà la crescita, sempre trainata dalla Cina che viaggia oltre l’8%. I diciassette paesi dell’euro, nell’insieme, nel 2012 avranno una “lieve recessione”, dice l’Fmi. Le stime di crescita elaborate per il Pil mondiale sono al + 3,3% quest’anno e al 3,9% nel 2013. Il prodotto interno lordo dell’area euro sarà del -0,5% nel 2012, per poi tornare a crescere dello 0,8% nel 2013. A rallentare la zona euro saranno Italia e Spagna (-1,7% nel 2012 e -0,3% nel ’13), mentre a “tirare” ci sarà, come sempre, la Germania (+1,5% nel ’12). Fuori dall’euro la Gran Bretagna salirà addirittura del 2%.
Il cattivo andamento in Europa sarà dovuto, in particolare “all’aumento dei rendimenti dei titoli sovrani, agli effetti della riduzione dell’indebitamento delle banche e alle misure di consolidamento di bilancio”. Per uscirne bisogna tornare alla crescita e per questo serve l’intervento della Bce, dice il Fondo, con “un tempestivo e aggiuntivo taglio del costo del denaro sempre in considerazione del suo mandato sulla stabilità dei prezzi”, contemporaneamente Francoforte dovrà “continuare a fornire liquidità e dovrebbe rimanere pienamente impegnata negli acquisti di titoli per aiutare a mantenere la fiducia nell’eurozona”. Il rapporto dell’Fmi, come aveva fatto la sua direttrice Christine Lagarde lunedì torna poi sulla questione del Fondo salvastati che dovrà avere “fondi sufficienti” ad aiutare i paesi in difficoltà. Questo tema però a Bruxelles è ancora un terreno difficile, anche se Monti ha alle viste la possibile soluzione. Dopo aver ricordato, come fa sempre, che nel 2003 la Germania fu aiutata dalla solidarietà europea, il professore spiega che se, come auspica, il fondo Esm aumenterà la sua dotazione “di importi tali che i mercati li considerino credibili è molto probabile che questi soldi non debbano mai essere sborsati”. Un appello alla solidarietà e alla tranquillità, cui segue una previsione, che è anche un appello che sembra la Germania stia raccogliendo. Secondo Monti “le visioni e le posizioni di tutti sono suscettibili di variazioni al verificarsi di un accordo politico e poi di una rapida ratifica e entrata in vigore del Fiscal Compact”, quel patto per il rafforzamento dei bilanci nazionali che “chi lo ha voluto (Berlino e la Bce, ndr) lo ha fatto per rassicurarsi della serietà degli intenti di tutti. Le posizioni evolveranno in considerazione di questo”. La risposta del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble è che l’eurozona è “sulla strada giusta” per uscire dalla crisi, ma “non abbiamo ancora superato l’ostacolo”. Poi il tedesco ha rilevato che deve esserci uno “stretto legame” tra il Fondo Esm e il Fiscal compact; non proprio un’apertura a un potenziamento, ma un’ammissione della relazione tra le due cose.
Un successo per Monti è arrivato sul fronte delle misure per il rilancio. La prossima riunione dei ministri finanziari, ha annunciato il commissario al Mercato interno Michel Barnier, “come hanno chiesto Monti e il collega Olli Rehn, sarà dedicata alla crescita”. Son cambiate le cose, per un’Italia definita dalla presidenza danese “un esempio” per l’Europa, anche se il professore fa il modesto, “solo un case study, direi”.
Da Il Secolo XIX di oggi