Con “Miele” cerca di vincere il concorso del Parlamento europeo. Contenderà il premio con “The selfish giant” della britannica Clio Barnard e “The broken circle breakdown” del fiammingo Felix Van Groeningen. A scegliere saranno i deputati
C’è anche l’Italia tra i finalisti del LUX film prize 2013, il concorso cinematografico patrocinato dal Parlamento europeo. “Miele” di Valeria Golino è uno dei tre lungometraggi che da metà ottobre a dicembre sarà proiettato in tutti i paesi dell’Ue, fino alla cerimonia di premiazione dell’11 dicembre, in cui verrà sciolta la riserva e votata la pellicola migliore. A determinare il miglior film LUX saranno i deputati europei, che consegneranno i premi in occasione della sessione plenaria di Strasburgo del 9-12 dicembre. Il film dell’italiana Golino si contenderà il premio LUX 2013 con “The selfish giant” della britannica Clio Barnard e “The broken circle breakdown” del fiammingo Felix Van Groeningen, vincitore del premio del Pubblico all’ultima edizione del festival del cinema di Berlino e film belga dell’anno.“Miele” segna l’esordio di Valeria Golino dietro una cinepresa: mai prima d’ora l’attrice napoletana, una carriera hollywoodiana alle spalle, aveva intrapreso la via della regia. La nomination al premio LUX 2013 è già un riconoscimento al talento della quarantasettenne italiana. “Miele” (con Jasmine Trinca e Riccardo Scamarcio) racconta la storia di Irene, una trentenne che aiuta i malati terminali con il suicidio assistito. Un tema forte e toccante, come tutti quelli proposti dai film finalisti. “The selfish giant” racconta le difficoltà di un bambino di 14 anni escluso da scuola e non accettato dalla sua comunità. Non ancora distribuito in Italia, per il nostro paese sarà l’occasione per scoprire la pellicola e la sua direttrice, vincitrice del premio Europa Cinemas nelle sezioni parallele del festival di Cannes. “The broken circle breakdown” mostra il dramma familiare di una giovane coppia alla prese con la malattia dell’unica figlia, che morirà di cancro dopo pochi anni dalla nascita.
I tre film toccano temi diversi del dramma, con approcci diversi e diversi modi di mostrarli. Ma l’orgoglio degli organizzatori della competizione è dato dalla natura ‘rosa’ della finale: due registi su tre sono donne. L’Italia, intanto, si gode la sua piccola rinascita cinematografica: per il secondo anno consecutivo è in finale al LUX film festival. Nel 2012 a vincere fu “Io sono Li” di Andrea Segre. Chissà che non sia di buon auspicio.
Renato Giannetti