Bruxelles – Salute, diritti dei consumatori, diritti dei lavoratori, protezione dell’ambiente, tasse, legalità. Tutto cancellato, tutto negato. E’ il mondo della contraffazione, un affare da almeno mille miliardi di euro, secondo i dati di Inta, l’Associazione internazionale per la protezione dei marchi, che colpisce un po’ ovunque nel Mondo, dove i lavoratori, dove l’ambiente, dove i consumatori, ovunque comunque la salute.
Un mondo che racconta Mimmo Calopresti nel suo documentario “La Fabbrica fantasma – Verità sulla mia bambola”, partendo da Napoli ed arrivando fino al Nord Europa, sempre accompagnato dalla Guardia di Finanza e spesso da sua figlia Clio, che proprio ragionando sulla provenienza della sua bambola lancia tutta la ricerca del regista.
Il documentario, prodotto da Sky Italia che lo ha trasmesso nel gennaio scorso, è stato scritto da Calopresti con il giornalista Roberto Benini, e ieri è stato presentato a Bruxelles, al Parlamento europeo. “La verità è che abbiamo un mondo dominato da organizzazioni criminali – ha spiegato il regista davanti al pubblico brussellese – e per controllarle non bastano le leggi, ma tutto dovremmo prenderci la responsabilità individuale della situazione”. Calopresti spinto dall’idea di Benini, ha accolto la suggestione e si è appassionato alla questione, perché, spiega, lottare contro questo reato “è l’unico modo per impedire che il mondo dei falsi rovini la nostra vita e ci impedisca di godere del bello di questo Mondo”. Un mondo che oltre a danneggiare l’economia e a “mangiarsi” i posti di lavoro, alimenta criminalità, guerre e sfruttamento delle persone.
Dunque il documentario, che racconta tante storie di falso partendo dal contrabbando di sigarette (a Napoli, si ricorda, una su tre è illegale) che alimenta la criminalità internazionale, danneggia non solo gli erari con l’evasione fiscale, ma spesso anche la salute di chi le fuma, poiché non è dato sapere di cosa sono fatte, cosa c’è dentro. “Nelle sigarette ‘false’ troviamo spesso prodotto che un fumatore non vorrebbe mai ingerire se li conoscesse”, ha spiegato un finanziere. A quanto si sa ci si trovano materie plastiche, rifiuti di ogni genere, anche animali… E poi le bambole colorate con vernici dannose per la salute dei bambini, al contatto o anche solo alla respirazione, stessa cosa vale per borse e abiti, di norma prodotti da lavoratori-schiavi. E non raramente bambini, costretti a lavorare per produrre giochi che poi potrebbero far del male ad altri bambini. E spesso lo fanno.
“Dobbiamo conoscere ed educare per vincere – dice Calopresti – e per avere un mondo che funzioni meglio”.