Bruxelles – Dopo i complimenti e l’entusiasmo per la sua elezione alla presidenza francese, dalla Commissione europea arriva una doccia fredda nei confronti di Emmanuel Macron. Il vicepresidente dell’esecutivo comunitario Jyrki Katainen in un’intervista al quotidiano belga ‘Le Soir’ ha infatti bocciato il ‘Buy European act’, la proposta di protezionismo a livello europeo e non nazionale, tra i punti chiave del programma del leader di ‘En Marche’.
“Credo che gli europei siano in grado di fornire beni servizi che soddisfino le richieste dei consumatori europei senza l’aiuto di regole artificiali, che forzerebbero le persone o le autorità locali ad acquistare europeo senza una ragione”, ha detto Katainen, aggiungendo che “l’Ue non può permettersi di limitare tutti gli appalti pubblici”, suggerendo invece la creazione, seppur difficilmente ottenibile, di un sistema di regolamentazione globale. Il commissario europeo alla crescita ha comunque elogiato il presidente francese, definendo “buona” per l’Europa la sua elezione: “A sentire quanto diceva durante la campagna, sembra essere pronto a modellare attivamente la globalizzazione, invece che costruire muri attorno alla Francia. Quindi mi aspetto che la Francia possa avere una grande influenza” nel portare avanti la politica commerciale dell’Ue.
Il ‘Buy European act’ è una proposta che punta a restringere l’accesso agli appalti pubblici Ue alle aziende che collocano almeno metà della propria produzione in Europa. Si tratta di una manovra che riguarderebbe in particolare gli appalti delle infrastrutture, dove è significativa la presenza di gruppi asiatici. Il problema è stato segnalato anche dall’Alstom, una multinazionale francese nel settore ferroviario, che ha denunciato come la grande apertura dell’Europa al mercato asiatico non sia reciproca e danneggi l’economia europea. “Abbiamo avuto un approccio naif alla globalizzazione. Ma la globalizzazione è una lotta dura, perché non tutti rispettano le regole. Quindi noi faremo della protezione dell’industria europea uno dei maggiori pilastri di rifondazione dell’Ue”, si legge nel programma del nuovo presidente della Francia. Ora le sue proposte devono fare i conti con la visione di Bruxelles.