Bruxelles – Bisogna tenere conto delle esigenze delle imprese di costruzioni nella revisione di due direttive chiave: quella sull’efficienza energetica e quella sulla performance energetica degli edifici. A chiederlo a Parlamento e Consiglio Ue è la Confederazione europea delle Pmi del settore, la European Builders Confederation (Ebc). La riqualificazione energetica rappresenta un volano per le costruzioni, che contribuiscono per il 9% al PIL dell’Unione europea. Secondo i dati raccolti da Ebc, in collaborazione con Renovate Europe, solo nel 2015 la riqualificazione energetica ha prodotto un fatturato di 109 miliardi e che ha dato lavoro a quasi 900 mila persone.
“Con la revisione delle direttive europee attualmente in corso, i cittadini hanno nuove frecce nel loro arco: da un lato possono rinnovare la propria abitazione secondo i propri gusti ed esigenze, dall’altro possono migliorarne l’efficienza energetica, incidendo significativamente sulla bolletta a fine mese”, ha dichiarato Riccardo Viaggi, segretario generale di Ebc.
Per quanto riguarda la direttiva sull’efficienza energetica per la Confederazione bisogna creare un quadro normativo e finanziario stabile e a lungo termine per far partire il rinnovamento degli edifici esistenti e la sostituzione dello stock obsoleto e inefficiente, bisogna poi stanziare maggiori fondi pubblici per promuovere il rinnovamento e il miglioramento dell’efficienza energetica per l’edilizia privata e rendere questi fondi maggiormente accessibili e infine si deve garantire il funzionamento del sistema degli obblighi per il risparmio energetico e dei cosiddetti “certificati bianchi”.
Per quanto riguarda la direttiva sulla performance energetica degli edifici l’Ecb invita il legislatore a estendere gli obblighi di efficienza energetica a tutti gli edifici della Pubblica amministrazione centrale, locale e regionale, promuovere il finanziamento pubblico e privato dell’efficienza energetica, diffondere le buone pratiche di aggregazione di piccoli progetti di ristrutturazione energetica, includere in questa direttiva la manutenzione degli impianti di riscaldamento e di aria condizionata, abbassare le soglie di consumo previste per l’ispezione e la manutenzione di caldaie, includendo così un maggior numero di impianti, che altrimenti resterebbero fuori dalla norma, facilitare l’aggregazione delle Pmi in gruppi e consorzi e infine rafforzare e incrementare le occasioni di formazione professionale “in cantiere” dei lavoratori del settore, anche di tipo informale.