Bruxelles – “In Cecenia sta succedendo qualcosa di gravissimo e orribile”. Sono queste le parole con cui il parlamentare europeo del gruppo S&D, Daniele Viotti, condanna fermamente le persecuzioni contro gli omosessuali in atto nella regione russa e chiede l’intervento delle istituzioni europee, domandandosi se “la Commissione europea è cosciente di quello che sta succedendo”.
La denuncia riguarda la notizia riportata dal quotidiano russo Novaya Gazeta, secondo il quale nelle ultime settimane, in Cecenia, più di un centinaio di uomini di età compresa tra i 16 e i 50 anni sarebbero stati arrestati per “il loro presunto o accertato orientamento sessuale non tradizionale”. Il giornale ha riportato anche i nomi di tre uomini che sarebbero stati uccisi senza un regolare processo, sottolineando che il numero dei morti potrebbe essere maggiore. Ad aumentare la gravità dei fatti ci hanno pensato diverse associazioni per i diritti umani ed Lgbti che hanno raccolto numerose testimonianze di persone o familiari coinvolte dagli arresti, le quali hanno parlato di veri e propri campi di rieducazione sessuale, in cui gli omosessuali vengono rinchiusi e costretti a subire torture e offese di ogni genere. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov nega fermamente gli arresti illegittimi e l’esistenza di campi di rieducazione, bollando le notizie come “bugie assolute” e “disinformazione”, e aggiungendo, però, come prova delle proprie argomentazioni, il fatto che in Cecenia non esistono omosessuali: “Non puoi arrestare o reprimere persone che semplicemente non esistono nella nostra Repubblica”.
L’eurodeputato del Pd Viotti ha ribadito l’importanza del denunciare questi fatti, sottolineando che in Russia “la libertà di stampa non è esattamente cristallina”. “È gravissimo”, ha aggiunto, “che oggi, nel 2017, a poche migliaia di chilometri da qui, in un Paese con cui intratteniamo relazioni commerciali e politiche, capitino atrocità e barbarie del genere”. L’esponente del gruppo S&D ha poi ricordato che “come Inter-gruppo Lgbt presso il Parlamento europeo, abbiamo bisogno di fare un’azione più importante e responsabilizzante: faremo un’interrogazione orale alla Commissione europea” su questi fatti, affrontando la “gravità della situazione e di come non si possa girare la testa dall’altra parte”. “Faremo”, ha infine concluso Viotti, “quello che si è sempre fatto in questi casi: essere seri, rigorosi e assolutamente precisi”.