Bruxelles – Parola d’ordine: minori. La Commissione europea lancia la nuova strategia per la tutela dei richiedenti asilo tenendo conto del fatto che un migrante su tre è un bambino, e per questo l’esecutivo comunitario chiede agli Stati di rispondere alle esigenze che pone il fenomeno, in costante crescita. Si invita a istituire un ufficiale per i minori in ogni hotspot, le strutture di prima accoglienza e registrazione dei migranti. Un appello valido soprattutto a Italia e Grecia, Paesi di primo arrivo per molti. Bruxelles chiede anche impegni nella formazione di personale specifico per la gestione dei minori e fa retromarcia sulla loro detenzione: per quelli non accompagnati la strategia approvata dal collegio dei commissari invita a gli Stati a prevedere “la possibilità di famiglie affidatarie”. In generale, però, “tutto deve essere fatto per trovare alternative alla detenzione dei bambini”.
Che siano accompagnati o no, il numero di bambini in arrivo nel territorio dell’Ue “è aumentato drammaticamente”, ha ammesso Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione europea. Se da una parte il fenomeno impone “obbligo morale”, dall’altra serve un piano operativo. La Commissione ha quindi proposto le misure: ufficiali responsabili e personale di sostegno in ogni hotspot, maggiore scambio di informazioni sui bimbi scomparsi, velocizzazione e miglioramento delle procedure per rincongiungimento con le famiglie, accoglienza adeguata per quanto riguarda accesso all’istruzione, sostegno psicologico, assistenza sanitaria.
Non è l’unica richiesta che arriva da Bruxelles. Il collegio dei commissari ha approvato e pubblicato il nuovo rapporto che fa il punto della situazione sull’attuazione degli accordi di gestione dei migranti. La Commissione guarda il bicchiere mezzo pieno, nonostante i numeri lascino poco spazio all’ottimismo. Dal 2 marzo a oggi sono state ricollocate 2.465 persone da Italia (più di 800) e Grecia (più di 1.600). Un record. Secondo la Commissione europea gli impegni assunti per la redistribuzione tra Stati membri di 40mila persone entro settembre può essere rispettato, se però verranno spostati 3.000 migranti al mese dalla Grecia e 1.500 dall’Italia.
Vuol dire 4.500 richiedenti asilo al mese, il doppio rispetto ai numeri record dell’ultimo mese. Appare veramente difficile. Anche perché se si guarda agli obiettivi complessivi non si è nemmeno a metà strada: 46.292 ricollocamenti su 120mila totali. Nello specifico 5.001 su 34.953 in Italia, 11.339 su 63.302 in Grecia. Si invitano quindi i governi a nuovi impegni su base mensile. Va molto meglio per quanto riguarda il reinsediamento (o ‘resettlement’, l’accoglienza in Europa di persone che si trovano in Paesi extra-Ue). Al 10 aprile risultano accolte in Europa 15.492 richiedenti asilo sui 22.504 previsti dalla schema europeo. Gli Stati hanno tenuto fede agli impegni assunti, provvedendo a più dei due terzi dei migranti ad di fuori dei confini Schengen.