Roma – Via libera ai Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr), che sostituiranno i vecchi Centri di identificazione ed espulsione (Cie), e all’iter accorciato per il riconoscimento del diritto di asilo. Approvando con 330 voti a favore, 61 contrari e 1 astenuto la questione di fiducia posta dall’esecutivo sulla legge di conversione del decreto Minniti-Orlando, la Camera approva il testo precedentemente licenziato dal Senato (qui i contenuti nel dettaglio), anche lì con voto di fiducia, e il decreto diventerà legge dopo il voto finale di domani mattina, che a questo punto è una formalità.
Rimangono inalterate, dunque, le critiche mosse al provvedimento da parte delle opposizioni, che con la deputata del M5s accusano la maggioranza di “barattare il diritto con una illusoria velocizzazione” dell’iter per la concessione dell’asilo. Infatti, la nuova normativa prevede l’eliminazione di un grado di giudizio in caso di ricorso contro le decisioni di negare la protezione internazionale: la decisione della Commissione territoriale per l’asilo può essere impugnata in primo grado e, in caso di ulteriore diniego, non è previsto appello ma direttamente il ricorso in cassazione.
Mariastella Gelmini, per Forza Italia, denuncia che “il governo ancora una volta si dimostra sordo a qualsiasi proposta di modifica”, perché ha bocciato le proposte emendative azzurre, volte a correggere quello che per i deputati forzisti è una stortura del provvedimento che “moltiplica il carico di lavoro delle Commissioni territoriali, ma non ne potenzia né l’organico né i mezzi a disposizione”.
Il gruppo Articolo 1 Mdp, che pure appoggia il governo, è critico perché non sussisteva il criterio dell’emergenzialità che giustifica il ricorso alla decretazione. Per il deputato Filippo Fossati, infatti, su questi temi “l’emergenza è tutti i giorni” e sarebbe dunque servita “una riforma complessiva” del sistema di asilo. Anche per Giulio Marcon, che invece con Sinistra Italiana è all’opposizione, il provvedimento “non aveva e non ha i presupposti dell’urgenza e non è omogeneo”, per cui “non merita la nostra fiducia”, anche perché “presenta gravi profili di costituzionalità”, proprio perché, con la cancellazione di un grado di giudizio nei ricorsi sul riconoscimento dell’asilo “crea un diritto di serie A e un diritto di serie B”, che discrimina “su base etnica” penalizzando i richiedenti asilo. Critica manifestata anche in Piazza di Montecitorio da sindacati e organizzazioni umanitarie, che promettono di ricorrere contro la nuova legge davanti alla Corte europea per i diritti dell’uomo.
Per la Lega Nord, l’onorevole Barbara Saltamartini spiega che il suo gruppo nega la fiducia all’esecutivo sul decreto Minniti-Orlando “per motivi diametralmente opposti” a quelli indicati da Sinistra Italiana, perché “questo governo doveva porre innanzitutto un freno all’invasione che stiamo subendo” in termini di flussi migratori, e “invece non c’è nulla di tutto ciò nel decreto”.
La deputata Fabrizia Giuliani difende invece la bontà del provvedimento che “rappresenta un tentativo concreto di affrontare le criticità che mettono a rischio l’efficacia delle nostre risposte” in materia di gestione dei migranti e dei richiedenti asilo, affrontando “tutte le questioni chiave che l’Unione europea ci ha più volte segnalato”.