Bruxelles – Gli Stati membri e la Commissione europea erano al corrente dei trucchi usati dalle case automobilistiche per truccare i test sulle emissioni e non hanno agito di conseguenza. E’ quello che emerge dalla risoluzione in merito allo scandalo Dieselgate – sulla scoperta della falsificazione delle emissioni di auto a motore diesel vendute negli Usa dalla Volkswagen – approvata oggi dal Parlamento europeo. La risoluzione afferma che i Paesi dell’Ue e l’esecutivo di Bruxelles erano a conoscenza da oltre un decennio che le emissioni di ossido di azoto (NOx) delle auto diesel fossero molto più alte in condizioni di guida reali rispetto al test di laboratorio.
Gli eurodeputati riuniti nella Plenaria di Strasburgo hanno concluso che, sebbene la Commissione europea e gli Stati membri fossero a conoscenza da più di un decennio dell’esistenza di discrepanze tra i test, essi non sono riusciti a agire in modo appropriato per proteggere la qualità dell’aria e la salute pubblica. Inoltre, né la Commissione né le autorità degli Stati membri avevano sospettato o cercato di individuare gli “impianti di manipolazione”, bensì condotto solo test di omologazione standard. In seguito allo scandalo delle emissioni del settembre 2015, la Commissione ha ritenuto che spettasse agli Stati membri il dovere di indagare e di non dover condurre ulteriori misure di indagine, mentre questi non hanno imposto alcuna sanzione ai costruttori di automobili, né hanno adottato iniziative vincolanti per il richiamo dei veicoli non conformi, sostiene la relazione approvata dall’emiciclo europeo.
Il Parlamento ha anche approvato alcune raccomandazioni non vincolanti nei confronti della Commissione e del Consiglio, basate sulla relazione finale della Commissione d’inchiesta sulle misurazioni delle emissioni nel settore automobilistico (Emis). Fra queste, si chiede che gli acquirenti di auto siano compensati dai produttori e che la Commissione proponga un sistema di ricorso collettivo a livello dell’Ue. “Vogliamo mettere in atto un sistema di penalità per comportamento fraudolento, con multe che siano dissuasive” per i produttori, fanno sapere dal gruppo dei Popolari europei. Per il Ppe i ricavi di tali sanzioni “dovrebbero contribuire al finanziamento di specifici progetti europei per il miglioramento della qualità dell’aria”. Perché i problemi con le emissioni “non impattano soltanto sui produttori delle auto, bensì sull’aria che respiriamo noi cittadini”, ha detto Jens Gieseke, Co-rapporteur per il Ppe della risoluzione.
In una votazione separata, i deputati hanno proposto modifiche alle norme europee relative all’omologazione dei veicoli, per far sì che i test ambientali e sulla sicurezza siano indipendenti e con un controllo più rigoroso sule vetture già in circolazione. Il testo rappresenta il mandato del Parlamento per iniziare i negoziati con i ministri dei Paesi membri. “Nonostante si siano fatti passi avanti importanti, queste modifiche sono insufficienti davanti a uno scandalo di questa portata”, ha dichiarato Pascal Durand, vice-presidente del gruppo dei Verdi/ALE, aggiungendo: “Siamo delusi che il Parlamento europeo non sia stato più audace per la difesa dei diritti dei consumatori. L’ipocrisia della destra e dei liberali hanno prevalso”.