dal nostro inviato
Strasburgo – Da qualcuno “che chiede enormi sacrifici ai cittadini” europei ci si “aspetta che senta il dovere di rispondere alle domande dei loro rappresentanti”. In apertura di Plenaria il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha criticato Jeroen Dijsselbloem, per aver rifiutato per la terza volta un confronto in Aula con gli eurodeputati. Il presidente dell’Eurogruppo “non ha obblighi legali di prendere parte al nostro lavoro” ha ricordato Tajani, ma questa è la terza volta che non accetta l’invito e la cosa non è andata affatto giù ai deputati. “È uno scandalo” e il comportamento di Dijsselbloem è “irrispettoso e inaccettabile” , ha attaccato il capogruppo dei Popolari Manfred Weber che poi si è rivolto al gruppo socialisti chiedendogli “di dialogare con i propri amici del partito per vedere se c’è possibilità di vederlo qui”, alludendo all’appartenenza al Pse del presidente dell’Eurogruppo, di cui Weber ha chiesto le dimissioni. “La nostra posizione su questo tema è molto chiara”, e “abbia detto ben prima di Weber” che l’intervista in cui Dijsselbloem accusava i paesi che hanno subito la crisi di sperperare i soldi in donne e alcool “era vergognosa e scandalosa” nonché “irrispettosa verso le donne”, ha detto Gianni Pittella. Il capogruppo S&D ha rimandato al mittente le accuse del popolare augurandosi che “anche i leader cristiano democratici” chiedano le dimissioni di Dijsselbloem “visto che finora sono stati loro i suoi veri sostenitori”.
Il capogruppo dei Verdi, Philippe Lamberts, ha parlato di un atteggiamento che mostra “disprezzo verso i cittadini”, un comportamento che “è all’origine del disappunto sempre più grande verso le nostre istituzioni”. E sull’appartenenza politica di Dijsselbloem ha aggiunto: “Ho imparato da tempo che avere la maglietta socialista non vuol dire sempre essere davvero un socialista”.