Bruxelles – L’ex consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Donald Trump, Michael Flynn, è pronto a testimoniare sul ‘Russiagate’ davanti alle commissioni parlamentari ma solo in cambio dell’immunità. Secondo il Wall Street Journal l’ex generale, costretto alle dimissioni dopo appena 24 giorni, avrebbe presentato un’offerta in tal senso all’Fbi e ad alcuni parlamentari delle commissioni del Congresso che stanno indagando sulle ingerenze russe durante la campagna elettorale di Trump e sui legami di questi con Mosca.
“Il generale Flynn ha certamente una storia da raccontare e lui vuole raccontarla, se le circostanze lo permetteranno”, ha reso noto il suo avvocato Robert Kelner in una nota. Secondo il legale di Flynn, che ha parlato di un clima “da caccia alle streghe”, “nessuna persona assennata che sia ben consigliata si sottoporrebbe alle domande in un tale ambiente altamente politicizzato, senza prima aver avuto rassicurazioni contro un procedimento non equo”. L’ex consigliere ha ricevuto l’immediato appoggio del presidente Trump, che ha twittato: “Mike Flynn dovrebbe chiedere l’immunità in quella che è una caccia alle streghe di dimensioni storiche messa in piedi dai media e dai democratici!”, alludendo accusando i suoi avversari di inventarsi “scuse” dopo una sonora sconfitta elettorale”.
Mike Flynn should ask for immunity in that this is a witch hunt (excuse for big election loss), by media & Dems, of historic proportion!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) March 31, 2017
Il generale era stato costretto alle dimissioni il 13 febbraio scorso, quando era emerso che aveva avuto discusso delle sanzioni Usa contro Mosca con l’ambasciatore russo Sergei Kislyak mentre era ancora un privato cittadino. Altri tre ex collaboratori di Trump, anch’essi al centro delle indagini sulla ‘Russiagate’, hanno già fatto sapere che testimonieranno, senza la promessa di immunità. Si tratta dell’ex presidente della campagna elettorale di Trump, Paul Manafort, e degli ex adviser Roger Stone e Carter Page.
Si complica intanto la posizione del presidente della commissione Intelligence della Camera dei Rappresentanti, Devin Nunes, considerato troppo vicino a Trump per guidare un’inchiesta credibile sul ‘Russiagate’. Nunes nei giorni scorsi aveva annunciato di aver scoperto che alcuni collaboratori di Trump sarebbero stati “accidentalmente” intercettati durante la campagna elettorale e di aver informato il presidente prima ancora di parlarne con i suoi colleghi in commissione. Secondo il New York Times gli informatori di Nunes sarebbero Ezra Cohen-Watnick, direttore per l’intelligence del National Security Council e Michael Ellis, un legale che lavora alla Casa Bianca e che in passato è stato membro della commissione Intelligence della Camera.