Bruxelles – L’Italia non è tra i migliori Paesi in Europa per quanto riguarda la sostenibilità energetica e la diversificazione delle fonti. A certificarlo è il Global Energy Architecture Performance Index 2017 pubblicato dal World Economic Forum, dal quale emerge che il nostro Paese ha perso ben 7 posizioni rispetto al 2016, passando dal 22° al 29° posto.
L’indice mette a confronto 127 Paesi di tutto il mondo sulla loro capacità di fornire energia sostenibile, sicura e a prezzi accessibili, sulla base di 18 diverse categorie legate all’energia. In particolare, si occupa di rilevare dati che vanno dal tasso di diversificazione energetica alla qualità della fornitura di energia, tenendo conto del volume di emissioni di CO2.
L’Europa domina la classifica: tra le prime 20 posizioni, 14 sono occupate da Paesi del vecchio continente, 2 in più rispetto al 2016. Ai primi due posti si trovano Svizzera e Norvegia, due Paesi europei non membri dell’Ue, seguiti in ordine da Svezia, Danimarca, Francia, Austria e Spagna. Sono andati bene anche Paesi come il Portogallo (11°), la Finlandia (12°), il Regno Unito (15°) e la Germania (19°). Male invece Estonia (56°), Cipro (67°) e Malta (71°). “L’alta performance dell’Europa”, viene ribadito nel report, “è dovuta ai vantaggi ottenuti attraverso una lunga storia di coordinamento tra le nazioni europee, che rappresenta un modello per la cooperazione regionale”.
Alla presentazione del report 2017, ha partecipato anche il vicepresidente della Commissione europea con delega all’Unione energetica, Maroš Šefčovič, che si è detto soddisfatto dell’iniziativa e ha ribadito che “la quinta edizione [del Global Index] mostra i cambiamenti strutturali senza precedenti del sistema energetico globale”. “l’Europa, con la sua transizione verso l’energia pulita, ha intrapreso un percorso ambizioso per raggiungere questo obiettivo “, ha concluso.